Nell’analisi della realtà economica delle Marche, emerge come la regione si posizioni come un epicentro della produzione industriale in Italia. Le statistiche mostrano un’ascesa nel numero degli occupati, segno di un dinamismo apprezzabile. Tuttavia, non mancano gli aspetti critici da considerare, tra cui retribuzioni non competitive, un calo dei contratti a tempo indeterminato a favore di forme più precarie di impiego, una diminuzione demografica preoccupante, e una frequenza non trascurabile di incidenti sul lavoro.
Dal report di Eurostat del 2022, si evince che il 20% dell’occupazione industriale marchigiana si concentra in settori considerati di bassa o media-bassa tecnologia. I dati aggiornati del 2023 forniti dall’Inps e rielaborati dall’Ufficio Studi CISL Marche rivelano variazioni significative: le assunzioni nel settore industriale sono scese dal 22% nel 2014 al 17% nel 2023, mentre le costruzioni hanno mostrato una lieve crescita. Le attività professionali e i servizi, compresi alloggi e ristorazione, hanno visto un incremento sostanziale.
Questi dati suggeriscono un rallentamento nelle innovazioni e un aumento della precarietà lavorativa, che si traduce in un impoverimento generale e un aumento delle disparità sociali. Questa situazione di disagio riflette le sfide di una regione in transizione, che rischia di arretrare rispetto ad altre più avanzate.
Marco Ferracuti, segretario generale della CISL Marche, sottolinea la necessità di guidare le imprese verso l’uso intelligente dei fondi europei e promuovere transizioni economiche che abbraccino l’innovazione in tutte le sue forme. La formazione continua dei lavoratori e le collaborazioni tra aziende sono cruciali per elevare le competenze e stimolare lo scambio di risorse.
I dati del 2023 mostrano che solo l’11% delle assunzioni è stato a tempo indeterminato, mentre la maggior parte dei contratti si caratterizza per la loro natura temporanea o intermittente. Questo aspetto, combinato con bassi salari, rende evidente la difficoltà nel contrastare la povertà, nonostante i segnali positivi dal mercato del lavoro.
La CISL propone la creazione di un tavolo di dialogo tra parti sociali e università per sviluppare un modello di crescita condiviso, puntando a un “Patto per le Marche 2030” che delinei una strategia per un futuro sostenibile e inclusivo.
Nonostante una riduzione degli infortuni sul lavoro dal 1976, questi rimangono un problema significativo, così come le malattie professionali. Anche la demografia presenta sfide, con un saldo naturale negativo mitigato solo in parte dal saldo migratorio.
Questo scenario complesso richiede politiche lavorative attive e migliorate per assicurare impieghi dignitosi e sostenibili, rispondendo così alle esigenze di tutti i cittadini della regione Marche.