Rinnovamento necessario: il ministro Urso e la ristrutturazione del settore dei gestori

Distributore di carburante

Il ministro Urso ha recentemente sollevato preoccupazioni riguardo la situazione dei gestori industriali, annunciando un imminente piano di ristrutturazione che si protrae da tempo. Le sue dichiarazioni rivelano che, sebbene si parli di una riforma attesa da un decennio, la realtà è che i gestori attendono cambiamenti concreti fin dal 1998, anno in cui la legge n. 32/98 proponeva un ridimensionamento degli impianti esistenti per far spazio a strutture più moderne e adatte ai nuovi standard. Contrariamente agli obiettivi iniziali, invece di chiudere tre vecchi impianti e aprirne uno nuovo, il risultato fu esattamente l’opposto.

Le relazioni tra le compagnie e le organizzazioni sindacali, durate oltre trent’anni, sono state spesso a discapito dei gestori, i quali sono stati ingiustamente etichettati e marginalizzati, subendo pressioni psicologiche che hanno impedito qualsiasi forma di protesta o resistenza. Questi accordi, che hanno favorito principalmente le confederazioni firmatarie senza portare benefici reali ai gestori, sono stati criticati persino da figure di spicco come il compianto presidente Franco Bertini, che in una intervista con ANGAC aveva evidenziato le gravi mancanze nel sistema.

Gli accordi stipulati tendevano a manipolare emotivamente i gestori, sminuendo l’importanza del loro ruolo critico e decisionale nelle assemblee, che dovevano approvare tali accordi. Questo ha gradualmente portato a una serie di intese sempre più svantaggiose, trattando i gestori non come professionisti capaci ma come soggetti da indottrinare, limitando così il loro sviluppo e la loro capacità di opposizione.

Ora, le stesse organizzazioni sindacali si trovano escluse dal processo di negoziazione che hanno dominato per anni. Affrontano il rischio di diventare irrilevanti di fronte a nuovi contratti individuali con i gestori, che potrebbero escluderli definitivamente. Questo cambiamento, sebbene tardivo, potrebbe segnare l’inizio di una nuova era di autonomia per i gestori, che si stanno sempre più distaccando dalle vecchie alleanze, come dimostrato dall’aumento delle adesioni ad Angac e dalla sua proattiva strategia politica, sindacale e legale.

In conclusione, la categoria dei gestori si sta finalmente liberando da un lungo periodo di dipendenza e manipolazione, avviandosi verso un futuro di maggiore indipendenza e riconoscimento delle proprie competenze e diritti.

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