Riduzione significativa dei redditi in Piemonte: un’analisi del contesto economico post-pandemia

Giancarlo Banchieri

Nel corso degli ultimi anni, il Piemonte si è distinto tra le regioni italiane per aver registrato una delle più pronunciate diminuzioni del reddito familiare. Un’analisi dettagliata, condotta quattro anni dopo l’introduzione delle misure di lockdown il 9 marzo 2020 da parte del Centro di Ricerche Economiche e dell’Ufficio Economico della Confesercenti, basata sui dati forniti dall’ISTAT, ha messo in luce questa tendenza preoccupante.

La ricerca ha rivelato che l’inflazione ha eroso i guadagni dei cittadini piemontesi, riportando il reddito medio reale a livelli inferiori a quelli registrati prima della pandemia. Nel 2019, il reddito medio annuo era pari a 39.094 euro, cifra che è scesa a 37.293 euro nel corso dell’ultimo anno, segnando così una diminuzione di 1.801 euro per famiglia, ovvero il 4,6%. Una particolare difficoltà è stata riscontrata per i redditi derivanti da trasferimenti pubblici, come pensioni e sussidi, influenzati negativamente dall’adeguamento parziale al costo della vita e dalla riduzione progressiva del reddito di cittadinanza.

A livello nazionale, il calo del reddito è stato meno marcato, attestandosi in media su una riduzione di 254 euro per famiglia, corrispondente a una variazione negativa dello 0,7%. Nonostante un contesto di alta inflazione, alcune regioni hanno tuttavia segnato incrementi positivi, tra cui la Valle d’Aosta (+7,4%) e la Lombardia (+4,5%), così come il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia al Nord e la Puglia, la Basilicata e la Sicilia al Sud.

Giancarlo Banchieri, presidente della Confesercenti, ha sottolineato come questi dati riflettano vividamente la profonda crisi che affligge il settore commerciale in Piemonte, posizionando la regione agli ultimi posti nelle classifiche economiche nazionali. Questa situazione richiede una riflessione approfondita, in particolare in ambito politico, considerando l’impatto sulle vendite, la crescente preferenza per i discount, la riduzione dei consumi, inclusi beni essenziali come alimenti, e le difficoltà delle famiglie nello gestire spese quotidiane e necessità basilari.

Banchieri conclude enfatizzando l’urgenza di adottare misure efficaci per sostenere i redditi e stimolare i consumi. Le proposte includono la permanenza del taglio del cuneo contributivo oltre il 2024 e agevolazioni fiscali sugli aumenti salariali, azioni che potrebbero catalizzare una significativa ripresa del potere d’acquisto e del benessere economico delle famiglie piemontesi. Inoltre, il continuo declino nel numero di nuove attività commerciali aperte, da 4.581 nel 2013 a solamente 1.380 nel 2023, anticipa una prospettiva preoccupante per il futuro economico della regione senza interventi decisi.

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