Nella scorsa settimana, un’azione decisa è stata intrapresa dal ministero del Lavoro a seguito dell’evento luttuoso che ha visto la perdita di cinque vite nel crollo di un cantiere destinato alla costruzione di un punto vendita Esselunga. Questa mossa, radicata in un contesto di dolore, introduce il sistema di patente a punti per gli imprenditori, una misura che mira a rafforzare la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per coloro che, come Vega Engineering. si dedicano da oltre tre decenni alla sicurezza sul lavoro, l’introduzione di tale sistema rappresenta un progresso significativo, offrendo la speranza di un mezzo più efficace per proteggere i lavoratori. Tuttavia, non si può trascurare di esprimere un’osservazione critica su quanto rapidamente siano stati mossi i passi verso questo provvedimento, contrastando con altri annunciati da tempo, ma ancora in attesa di realizzazione. Un esempio lampante è l’aggiornamento atteso del nuovo Accordo Stato Regioni relativo alla formazione per la sicurezza sul lavoro, un pilastro fondamentale per la protezione dei lavoratori, il cui ritardo si protrae ormai da anni.
Mentre il nuovo sistema di patente a punti vedrà la luce a partire dal prossimo ottobre, ci troviamo di fronte a un netto contrasto con l’attesa prolungata per misure preventive fondamentali, come quelle previste per i lavori in spazi confinati, che avrebbero dovuto essere attuate già una decina di anni fa. Questa discrepanza mette in evidenza un approccio frammentario alla questione della sicurezza sul lavoro, che sembra procedere a scatti piuttosto che secondo un piano strategico e complessivo.
Il risveglio della coscienza politica, stimolato dalla tragedia di Firenze, solleva interrogativi sul perché siano necessari eventi tanto drammatici per catalizzare l’attenzione su un problema cronico. Nonostante le cronache giornaliere riportino la perdita di vite umane sul lavoro, sembra che solo gli episodi più tragici riescano a muovere le acque in un paese che ogni anno conta oltre mille vittime legate al lavoro.
La storia ci ha mostrato, attraverso episodi dolorosi come quello della Truck Center di Molfetta o la strage di Brandizzo, che molte di queste tragedie potrebbero essere evitate con misure più tempestive e un maggiore impegno nella formazione e nella prevenzione. È essenziale, quindi, che venga data priorità alla riorganizzazione degli obblighi formativi in materia di sicurezza, assicurando percorsi di alta qualità e una verifica rigorosa delle competenze acquisite dai lavoratori.
Di fronte a questo scenario, è cruciale che l’introduzione di nuove normative, come la patente a punti, non distolga l’attenzione dalla necessità di applicare concretamente le norme esistenti e di realizzare quelle previste, per garantire un ambiente di lavoro sicuro e protetto. La sicurezza sul lavoro non deve essere vista solo come un obbligo normativo, ma come un valore fondamentale per la società, promuovendo una cultura della prevenzione che possa effettivamente ridurre il numero degli infortuni e delle tragedie.