La situazione agricola in Europa: Il ruolo dell’Italia e le sfide da affrontare

Gennaro Scognamiglio

Nel contesto delle politiche agricole europee, l’agricoltura italiana affronta sfide significative che richiedono una risposta ponderata e una difesa vigorosa. Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare, sottolinea la necessità di un approccio condiviso per proteggere il settore primario e promuovere il patrimonio agricolo e alimentare italiano in tutto il mondo.

Il presidente Scognamiglio elogia il ministro Lollobrigida e il governo italiano per il loro impegno a sostenere i lavoratori e le imprese agricole, mentre critica l’atteggiamento dell’Unione europea, che sembra bersagliare sistematicamente l’agricoltura e la filiera agroalimentare. Questo attacco, spiega, è basato su una presunta campagna di trasformazione ecologica del settore, che trascura le conseguenze occupazionali, produttive e sociali.

L’Unione europea, secondo Scognamiglio, sembra favorire la crescita di un settore concorrente di cibi sintetici e prodotti di scarsa qualità, ignorando le radicate tradizioni e gli standard qualitativi elevati che caratterizzano l’agroalimentare italiano. Questo atteggiamento ha un impatto diretto sulla riduzione della superficie coltivata e sulla chiusura di numerose imprese agricole, con conseguenze significative per l’occupazione e la produzione.

Il presidente dell’Unci AgroAlimentare sottolinea la necessità di un approccio unitario a livello territoriale per garantire all’agricoltura italiana il riconoscimento e la protezione che merita a livello europeo. Con oltre un milione di addetti in Italia e quasi 10 milioni in tutta l’Unione europea, il settore agroalimentare riveste un ruolo centrale nell’industria alimentare e può affrontare le sfide della modernità, garantendo al contempo la qualità dei prodotti per i consumatori.

In conclusione, il settore agricolo italiano affronta pressioni significative a causa delle politiche europee. Tuttavia, con un impegno condiviso e una difesa vigorosa, l’Italia può continuare a svolgere un ruolo di primo piano nell’agricoltura europea e preservare la sua ricca tradizione agroalimentare per le generazioni future.

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