Affrontare la crisi socio-economica nel territorio fabrianese: la necessità di un piano di sviluppo infrastrutturale

Il territorio fabrianese sta affrontando da tempo una crisi socio-economica complessa, causata da una serie di fattori, alcuni con radici esterne, come l’impatto devastante della pandemia e l’aumento insostenibile dei costi, che hanno gravemente colpito molte attività locali. Altri fattori hanno origine all’interno della comunità, inclusa una grave crisi nell’industria locale all’inizio del nuovo millennio e le problematiche legate alla logistica e alle infrastrutture che hanno da sempre influenzato l’entroterra.

All’interno di questo contesto difficile, i dati elaborati dal centro studi CNA in merito al saldo tra nuove aperture e chiusure all’interno del Comune di Fabriano non sono confortanti.

Il responsabile CNA dell’Area montana, Marco Silvi, ha dichiarato: “Purtroppo dobbiamo constatare che nel 2023 il numero di imprese attive nel Comune di Fabriano è diminuito di 184 unità rispetto all’anno precedente. Questo si traduce in una diminuzione percentuale dell’8%, superiore a quella registrata nell’intera provincia, che si ferma al -6,2%”.

Se analizziamo i macrosettori specifici, vediamo che il settore del Commercio e delle Riparazioni di Veicoli ha registrato un saldo negativo di 51 imprese rispetto al 2022, il settore delle Costruzioni ha perso 36 partite IVA, mentre il settore manifatturiero ha visto una diminuzione di 22 imprese. Praticamente nessun macrosettore mostra un saldo positivo, evidenziando così la natura strutturale del problema.

Date le circostanze, diventa essenziale avviare immediatamente un piano di sviluppo infrastrutturale per riportare Fabriano al centro della scena come crocevia logistico tra nord e sud, est e ovest. Questa è l’unica soluzione per aumentare i flussi economici e rendere il territorio attraente per gli imprenditori presenti e futuri.

 

 

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