Proteste dei trasportatori e degli agricoltori in Europa: l’inflazione e il dumping in Romania, Bulgaria e Italia

Camion

Nel cuore dell’Europa occidentale, lunghe code di trattori e camion bloccano regolarmente le principali arterie di collegamento delle città, creando una scena comune. Tuttavia, questa situazione è diventata una novità per altri Paesi, come la Romania e la Bulgaria, che ora si trovano ad affrontare una simile sfida.

Secondo quanto riportato dalla testata Euronews.com e trascritto da Italiafruit, anche in Romania, i produttori si sono uniti alle proteste, bloccando le strade con i loro mezzi nella capitale, Bucarest. Il principale motivo di questa protesta è l’inflazione, che ha portato a notevoli aumenti dei costi per assicurazioni, carburanti e fertilizzanti. Inoltre, i produttori lamentano il favoritismo nei confronti delle imprese straniere, che stanno mettendo a dura prova le aziende rumene, portandole, in alcuni casi, al fallimento.

La rabbia dei produttori è così intensa che alcuni di loro hanno tentato di superare i blocchi stradali vicino a Bucarest per raggiungere i palazzi del governo. Anche in prossimità del confine bulgaro, sono stati segnalati blocchi stradali causati da mezzi pesanti.

Va notato che queste proteste sembrano essere alimentate principalmente da preoccupazioni economiche e non sembrano essere influenzate da considerazioni politiche o organizzazioni sindacali. In generale, la fiducia dei manifestanti nelle istituzioni è scadente.

In Italia, sebbene inizialmente tutto sembrasse tranquillo, ora alcune voci critiche iniziano a farsi sentire. Tuttavia, le proteste in Italia rimangono disorganizzate e caratterizzate da una forte critica nei confronti della politica e dei sindacati. Tra i gruppi organizzati, i Comitati Riuniti Agricoli (Cra) stanno pianificando una mobilitazione nazionale per il 22 gennaio.

In conclusione, le proteste dei trasportatori e degli agricoltori in Europa stanno crescendo, spingendo l’attenzione su questioni cruciali come l’inflazione e il dumping. Mentre in alcune nazioni, come Romania e Bulgaria, la rabbia si fa sentire attraverso blocchi stradali, in Italia le proteste sono ancora in fase di sviluppo, ma potrebbero guadagnare slancio nel prossimo futuro.

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