Dopo l’anteprima in Valle d’Aosta, al via da venerdì 5 gennaio i saldi in tutta Italia. In Toscana Confcommercio stima che il 57% dei residenti (circa 2 milioni di persone) comprerà abiti e calzature a prezzi scontati per un giro d’affari complessivo di oltre 296 milioni di euro nei 60 giorni a disposizione.
Saldi, le regole
per evitare brutte sorprese
Il budget a persona di spesa regionale è di 142 euro, 5 in più rispetto alla media nazionale, in aumento rispetto ai saldi invernali del 2023 (133 euro), anche se occorre tenere in considerazione l’inflazione.
Maglie, accessori, giubbotti e cappotti i capi di abbigliamento più richiesti, sneaker e mocassini per le calzature.
“Ma i mesi di gennaio e febbraio non sono mai stati particolarmente brillanti in quanto ad arrivi e presenze – sottolinea il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni – il turismo incide di più sul risultato dei saldi estivi, per quelli invernali i negozianti contano soprattutto sul mercato interno”.
L’attesa c’è, ed è alta, sia fra gli addetti ai lavori sia fra i consumatori, come testimonia l’aumento del budget di spesa rispetto ai saldi invernali degli ultimi anni. “Ma se siamo passati dai 133 euro del 2023 ai 142 di quest’anno è anche per effetto dell’inflazione, che ha fatto aumentare i prezzi – chiarisce Marinoni – in ogni caso, non siamo ancora tornati ai 160 euro registrati nell’inverno 2020, l’ultimo prima della pandemia. Segno che, purtroppo, il settore moda resta uno dei più penalizzati dalla difficile congiuntura”.
Gli affari in Toscana, comunque, dovrebbero andare meglio che altrove: “a livello previsionale, la spesa media regionale per i saldi è superiore di 5 euro rispetto a quella nazionale, che si attesta intorno ai 137 euro a persona”, sottolinea il presidente di Federmoda-Confcommercio Toscana Paolo Mantovani.
Non mancano altre note positive: “la gente sta tornando a frequentare i negozi fisici e la crescita dell’e-commerce ha subito un arresto – prosegue Mantovani – lo si è visto anche a dicembre. Un po’ c’entra la voglia di tornare alla vita sociale pre-pandemia, che ha sempre avuto nello shopping in compagnia un rituale importante. Ma c’entra anche il fatto che in questi anni i negozianti della rete tradizionale sono diventati più reattivi alla concorrenza del web: hanno adottato nuove tecniche di vendita, ispirate al neuromarketing, e hanno imparato a usare i social per farsi promozione. Si stanno quindi riprendendo la visibilità che avevano perduto, oscurata dal marketing potente dei colossi del digitale”.
L’invito di Federmoda-Confcommercio Toscana è di rivolgersi con fiducia ai commercianti di riferimento: “veniamo da un autunno molto calmo, anche per via delle temperature miti che di certo non hanno agevolato le vendite. Questo significa che l’assortimento di modelli, taglie e colori nei negozi è ancora piuttosto alto. E l’abbassamento delle temperature previsto proprio in concomitanza con la partenza dei saldi potrebbe spingere anche i più restii a fare qualche acquisto. È ovvio che per noi commercianti vendere con gli sconti significa ridurre drasticamente i margini di ricavo, ma per i consumatori può rappresentare un vantaggio”, dice Mantovani.
Per quanto riguarda le tendenze del mercato, “le persone cercano capi versatili, comodi e di uso quotidiano, che si mescolino bene con quanto già hanno nell’armadio e che possano diventare più eleganti semplicemente con l’aggiunta dell’accessorio giusto – spiega il presidente di Federmoda Toscana – in pochi chiedono abiti specifici per un’occasione. Maglie, accessori, giubbotti e cappotti sono i prodotti di abbigliamento più richiesti, sneaker e mocassini per quanto riguarda le calzature le calzature.