Confesercenti Umbria, Granocchia: “Saldi dovevano essere posticipati”

Giuliano Granocchia

“I saldi andavano posticipati”. E’ perentorio Giuliano Granocchia, presidente di Confesercenti Umbria. “Le nostre richieste di iniziare il 27 gennaio invece che il 5 non sono state ascoltate né a livello nazionale dal Governo, né a livello locale dalla Regione”. Il motivo della richiesta è presto detto: “La stagione invernale non è neanche praticamente iniziata, il clima è mite. Posticipando l’inizio dei saldi si sarebbe sostenuto il comparto dell’abbigliamento, della calzature e degli accessori”.

Granocchia quindi aggiunge: “Avremo saldi di prodotti invernali per una stagione che non c’è ancora stata con pesanti ripercussioni sulle attività che vedono magazzini ancora pieni di merce. Naturalmente, nessuno potrà rinunciare a questo importante appuntamento, ma un conto è farlo con ciò che rimane di un inverno giunto al termine e un altro è farlo con le vendite che devono ancora svilupparsi a pieno”.

Spunta anche un po’ di ottimismo dalle parole del presidente di Confeserscenti Umbria: “C’è moderato ottimismo da parte dei nostri associati, ma ci sono molte ombre. Ci auguriamo che la stagione dei saldi possa aiutare a sostenere i bilanci delle migliaia di attività commerciali. È chiaro ormai che normative nazionali e regionali siano obsolete di fronte alle modificazioni che stanno riguardando il settore”. Un esempio su tutti: “Il Black Friday durano settimane, non un giorno soltanto. Le attività spesso sono fuori controllo dei comuni. Poi ci sono gli ambulanti che sovente sfuggono alla legislazione, penalizzando chi invece la rispetta. La politica smetta di dichiarare che sostiene il settore del commercio per poi cadere nell’immobilismo”.

La richiesta finale di Granocchia: “Il legislatore deve avere il coraggio e la determinazione di rivedere la normativa del settore, che oggi favorisce soltanto i grandi gruppi a discapito del commercio di prossimità che, molto spesso, si regge sulla conduzione familiare o semi familiare. Purtroppo, siamo nella giungla completa”.

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