Marche: ecco tutti i mestieri introvabili per le aziende

Paolo Silenzi

Fabbri, specialisti nelle scienze della vita (biologi, agronomi, farmacisti), meccanici artigianali, operai edili specializzati, autotrasportatori, saldatori e lattonieri, operai calzaturieri, cuochi e camerieri. I mestieri introvabili. Ricercati dalle imprese marchigiane ma irreperibili sul mercato del lavoro. Un fenomeno, quello del mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro che è diventato endemico e che si sta aggravando ogni mese.

“A dicembre – afferma il presidente Cna Marche Paolo Silenzi – secondo il nostro Centro Studi, che ha elaborato i dati Excelsior Anpal Unioncamere ministero del Lavoro, le imprese della nostra regione stanno cercando 7.710 lavoratori e prevedono di assumerne 30.890 entro la fine di febbraio 2024. Ma in 52 casi su 100 le aziende hanno difficoltà a trovare i profili desiderati e devono rinunciare ad ampliare l’organico aziendale. Questo significa perdere commesse e frenare la produzione, con ripercussioni sul sistema economico marchigiano. Per superare lo scollamento tra domanda e offerta di lavoro, serve un rapporto strutturale e costante tra scuole e imprese, centri di formazione e Centri per l’impiego. Occorre costruire l’offerta formativa e i corsi scolastici sulle esigenze delle imprese marchigiane. In questo un ruolo importante può assumerlo la Regione in stretta collaborazione con le associazioni di categoria che meglio di tutti conoscono le esigenze del sistema produttivo regionale”.

A prevedere assunzioni è il 12 per cento delle imprese marchigiane, soprattutto piccole e medie. Le assunzioni delle aziende si concentreranno per il 61 per cento nel settore dei servizi e per il 67 per cento nelle imprese con meno di 50 dipendenti. In particolare esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (1.270 entrate previste) e addetti alle vendite (830). Seguono gli addetti ai servizi di pulizia (470) e gli addetti alla consegna merci (360). Forte la richiesta di operai specializzati in tutti i settori manifatturieri (2.770).

Nel 73 per cento si avranno contratti a termine mentre nel 27 per cento dei casi le entrate previste saranno stabili con contratti a tempo indeterminato o di apprendistato.

Per una quota pari al 31 per cento saranno assunti giovani con meno di 30 anni. Le imprese prevedono di ricorrere, per venti assunzioni su cento, a personale immigrato. Solo il 9,5 per cento delle entrate previste sarà destinato a personale laureato. Nel 29 per cento dei casi è richiesto il diploma, per il 38,5 per cento una qualifica professionale e nel 22,5 per cento la scuola dell’obbligo. Stenta a decollare la richiesta di diplomati con istruzione tecnologica superiore ITS Academy che riguarda solo lo 0,8 per cento dei profili professionali.

“Gli Its – sostiene Silenzi – hanno una enorme potenzialità inespressa, con un tasso di occupazione medio dei diplomati che sfiora il 90 per cento e una totale coerenza tra impiego svolto e percorso formativo svolto dallo studente. Vanno fatti conoscere e promossi come possibile alternativa agli studi universitari e vanno previste forme di collaborazione tra università e Its, a cominciare dal riconoscimento dei crediti formativi”.

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