Altri cinque anni di presidenza per Michele Biselli dell’Arca, l’Associazione concessionari auto di Confcommercio Umbria: l’assemblea lo ha confermato all’unanimità, eleggendo pure un consiglio composto da Francesco Ascani, che sarà il vicepresidente, Filippo De Poi, Nicola Palomba Pierfranco D’Attoma, Maurizio Spera, Massimo Marchi, Michele Saldi.
Quella è stata pure l’occasione di squadernare la situazione tra i maggiori concessionari umbri riuniti in ARCA è stato l’occasione per fare il punto sul mercato nella nostra regione che, in linea con il mercato italiano, mostra segnali incoraggianti pur con qualche ombra. Le vendite del nuovo fanno registrare nel 2023 un +20% rispetto all’anno passato, ma siamo ancora sotto del 19% rispetto al periodo pre Covid. Quindi il trend è positivo, ma la ripresa piena non c’è stata. I tempi di consegna si sono drasticamente ridotti rispetto alle attese enormi del periodo a ridosso della pandemia: andiamo dalla pronta consegna a circa 3 mesi di media.
Per quanto riguarda l’usato siamo al 7,2% in più di vendite rispetto al 2022, con la provincia di Perugia più dinamica di quella di Terni. Ma i dati più salienti del mercato dell’auto in questo momento in Umbria e in Italia sono due, collegati tra loro: il parco auto sempre più vecchio e le vendite ancora molto limitate dei veicoli elettrici.
“Il nostro parco circolante – spiega Michele Biselli – è tra i più vecchi in Europa, su 40 milioni di auto in Italia cresce l’età media delle vetture. E questo ha un duplice effetto negativo: prima di tutto in termini di sicurezza, perché ovviamente questi mezzi non sono dotati dei moderni meccanismi di salvaguardia, e poi in termini di inquinamento ambientale. Parallelamente – aggiunge il presidente ARCA Confcommercio Umbria – non riescono a decollare le vendite delle auto elettriche, che rappresentano appena il 3,9% del mercato. In Europa le immatricolazioni di auto elettriche sono molto più alte: exploit della Norvegia a parte – con l’83% di nuove immatricolazioni sull’elettrico nel mese di ottobre 2023, nonostante il paese sia il più grande produttore europeo di petrolio – la Germania è comunque al 18%, Francia e Regno Unito al 16%”.
Perché dunque a livello regionale e nazionale l’elettrico non è attrattivo?
Secondo Biselli le ragioni sono essenzialmente due: la mancanza di informazioni chiare e un sistema di incentivazione non adeguato. “Il consumatore italiano rispetto alla scelta dell’elettrico ha indicazioni confuse, quindi nell’incertezza aspetta e non compra, o compra altro. E poi c’è il fondamentale aspetto degli incentivi: quelli a spot, e con procedure complesse non danno la spinta necessaria. Per questo la nostra associazione ha chiesto che si applichi un incentivo fisso sotto forma di Iva agevolata al 10%: un meccanismo semplice, certo, che duri almeno qualche anno, così da avere un effettuo continuativo e dare una svolta all’acquisto delle vetture elettriche”.
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