Confesercenti Umbria, Granocchia annuncia la nascita di Banca Etica

Giuliano Granocchia

Confesercenti Umbria riparte dalla nuova segreteria per affrontare un 2024 che si preannuncia molto caldo. Il presidente, Giuliano Granocchia, presenta proprio la nuova struttura: “Abbiamo costituito una segreteria formata tutta da imprenditori che ogni mattina sono sul campo, che aprono i negozi e che quindi conoscono benissimo le necessità e i problemi del mondo del commercio e dei servizi. Si tratta di una segreteria di grande qualità, che rappresenta tutto il territorio regionale. È il frutto di due anni e mezzo di lavoro, in cui abbiamo ricostituito la struttura in tutta l’Umbria”.

Il vicepresidente è Carlo Ghista, imprenditore di Terni: “Da molti mesi si è messo al lavoro con passione e sta lavorando per costruire una Confesercenti ancora più presente e rappresentativa di tutta l’Umbria”. Granocchia aggiunge: “Nella prossima riunione farò una proposta per determinare i ruoli operativi all’interno della segreteria”.

Oltre che dagli uomini, Confesercenti riparte dalle idee: “Esatto. Dall’organizzazione dei servizi per gli iscritti e i simpatizzanti: consulenza del lavoro e servizi per i pensionati. Cercheremo di costruire una rete di servizi di Banca Etica, di derivazione Confesercenti, perché l’accesso al credito è uno dei problemi delle micro e piccole imprese. Banca Etica che avrà un limite nei finanziamenti di 60 mila euro. Negli ultimi tempi siamo stati martellati da richieste di finanziamenti, ma fino a questo momento potevamo utilizzare soltanto i Corefi, che erano strumenti di garanzia. L’accesso al credito spettava sempre agli istituti di credito”.

Si sta per uscire da un 2023 che è stato un anno molto importante: “Sono stati mesi di consolidamenti di alcuni processi iniziati precedentemente. Rilanciare le nostre proposte sui tavoli nazionali è stata un’idea vincente. C’è stato l’avvicinamento di molti territori. Non possiamo che ringraziare Confesercenti nazionale per la grande attenzione che ci ha dato. Abbiamo riaperto la sede fisica regionale, così come le organizzazioni a Orvieto, nel territorio di Narni-Amelia, a Todi e a Marsciano. Nel 2024 ci sarà la ripresa tra Umbertide e Città di Castello e sull’asse Foligno – Spoleto”.

Dicevamo di un 2024 visto con preoccupazione: “Se il 2023 è stato un anno difficile, ma non difficilissimo, non altrettanto possiamo dire per il prossimo anno. La riduzione della crescita si farà sentire sui consumi, così come la cancellazione del reddito di cittadinanza che inciderà sui consumi delle famiglie più disagiate. L’andamento dei tassi è distruttivo per le nostre imprese: le banche hanno totalizzato utili per 60 miliardi di euro, senza strumenti di redistribuzione. Il debito pubblico ha raggiunto i 100 miliardi di interessi e nessuno affronta l’argomento. Nel 2021 eravamo a 40 miliardi, poi c’è stata un’esplosione. Possibile che a nessuno venga in mente di aprire una discussione su come riappropiarsi del debito pubblico? Servirebbe un grande patto tra il Parlamento e i cittadini, a cui andrebbe detto che se vogliono uno Stato che continui a investire, una parte del risparmio va reinvestito nel debito pubblico”.

Granocchia è critico anche per quel che riguarda la decisione di limitare la misura del Superbonus: “La sua incidenza è stata assolutamente positiva. Lo strumenti ha avuto un effetto redistributivo, ha creato tanti posti di lavoro grazie a centinaia di imprese oneste. Sono stati rilanciati i consumi diretti e quelli indiretti, rappresentati dall’occupazione e dai salari, che permettevano di acquistare beni alimentari o di andare fuori al ristorante una volta in più. C’è stata molta strumentalità, però: le truffe sono state pochissime, ci sono state solo sul bonus facciate. L’andamento è stato virtuoso. Poi se si vuole fare polemica politica, che si faccia. Ma a noi imprenditori non interessa”.

Chiudiamo con il fenomeno dell’online: “Sono le grandi piattaforme che fanno concorrenza sleale, si tratta di un meccanismo micidiale. A parità di attività, devi giocare con le stesse regole. Lo Stato deve far pagare le stesse tasse al negozio di prossimità e alle grandi piattaforme per pareggiare almeno i costi fiscali. Non tra dieci anni, ma subito. Alcuni elementi iniziano a manifestarsi, ma arrivano tardi e non sono ancora sufficienti”.

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