In Toscana un quarto degli agriturismi italiani

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I 5.600 agriturismi della Toscana garantiscono un quarto dell’offerta nazionale. Un settore capace, nel 2022, di sfiorare le 5 milioni di presenze. Un record, “favorito dall’applicazione intelligente da parte delle aziende agricole della legge sulla multifunzionalità voluta da Coldiretti”, sottolinea Terranostra Toscana.

Il 69,2% delle aziende agricole con attività connesse conduce infatti un’attività agrituristica, quasi il 20% in più dal 2010 secondo l’ultimo censimento Istat, favorendo così l’esplosione progressiva del turismo rurale, sostenibile, all’aria aperta, nelle campagne, borghi, paesi e località più remote.

Dati che sono stati forniti da Terranostra Toscana, l’associazione degli agriturismi di Coldiretti, in occasione della 21° edizione di Agri@Tour, che si è aperta ad Arezzo Fiere e Congressi in programma fino a domenica 12 novembre.

Una presenza, quella di Terranostra ad Agri@Tour, che si inserisce in una più ampia programmazione di promozione del comparto e che arriva a pochi giorni dalla positiva trasferta al World Travel Market di Londra dove la delegazione dell’associazione, rappresentata per la Toscana dalla segretaria regionale, Lara Peverini e dalla cuoca contadina, Francesca Buonagurelli, ha presentato l’offerta del settore agli operatori turistici e tour operator di tutto il mondo.

Tra le iniziative promosse da Terranostra ad Agri@Tour lo shoowcooking con la cuoca contadina, Veronica Massa con le ricette della cucina povera come la Pappa al Pomodoro, il Pan Cristiano ed il Dolce Pane.

“Il nostro settore – spiega Marco Masala, presidente Terranostra Toscana – è a tutti gli effetti un fattore sempre più determinante per la crescita del sistema turismo in Toscana e in Italia. Lo dicono i numeri, non solo in termini di strutture e posti letto, lo dicono soprattutto le presenze. La nostra tipologia ricettiva è sempre più ricercata, soprattutto dai turisti stranieri, che vogliono vivere esperienze vere, rustiche, genuine senza però rinunciare ai servizi e ai comfort che le nostre strutture oggi sono in grado di garantire insieme al buon cibo che è un volano straordinario del turismo rurale. E non solo. C’è bisogno di fare sistema tra gli attori del comparto, perché la competitività del turismo nazionale – conclude Masala – dipende anche dalla nostra capacità di integrare la domanda e la moltitudine di esperienze che solo il nostro Paese può offrire”.

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