Raccolto misero, con riduzione del prodotto disponibile che si avvicina al 70%, e il Consorzio di tutela della Pera dell’Emilia Romagna Igp ha deciso di stringere accordo con il mondo della distribuzione per qualificare al meglio ciò che rimane; non solo, si è deciso di dare vita anche una puntuale campagna sui media per far capire che bisogna salvare un comparto che ogni anno vede al lavoro 15 mila addetti. Lo scrive Italiafruit.
UNAPera, la principale associazione europea di pere con più di 5 mila aziende agricole e oltre 8.500 ettari, pari in media al 70 per cento della produzione dell’Emilia Romagna, quest’anno può disporre su 30 mila tonnellate per il consumo fresco, un terzo rispetto all’anno scorso quando eravamo arrivati a 90 mila tonnellate. L’Italia può contare quest’anno su 50 mila tonnellate a fronte di un potenziale di consumo più che doppio. Una situazione drammatica.
In Emilia Romagna il trend del calo di produzione è andato consolidandosi negli ultimi anni, a causa della riduzione degli ettari coltivati: nel 2017 erano 18.500, oggi sono 12 mila. Colpa del clima, principalmente. Il pero soffre l’innalzamento medio delle temperature.
Crollo delle rese uguale crollo delle remunerazioni degli agricoltori. Il totale per ettaro sarà poco più di un terzo del 2022. Secondo UNAPera, saranno di poco più di 30 mila euro, quasi il 70 per cento in meno rispetto ai poco meno di 100 dell’anno scorso. In questo stato, è difficile realizzare gli investimenti tecnologici per tutelarsi in futuro da situazioni come quella di ora. Le istituzioni, per aiutare i produttori di pere, stanno studiando una serie di ristori per l’immediato e un piano di finanziamenti per ammodernare i frutteti.
Quali fattori hanno influito maggiormente sul raccolto 2023? A primavera ci sono state le gelate tardive, da Reggio Emilia a Ravenna; a maggio, l’alluvione, in particolare nella zona di Ravenna, ma anche in provincia di Ferrara; successivamente, la siccità e le grandinate a macchia di leopardo. Si sono intensificati in questo modo gli insetti come la cimice asiatica, specie aliena che si adatta bene alle nostre condizioni; si sono verificate malattie fungine e batteriosi su piante già debilitate.
Se manca la quantità, altrettanto non si può dire della qualità. L’obiettivo è arrivare a commercializzare almeno 10 mila tonnellate di prodotto a marchio Igp. Il Consorzio di tutela della Pera dell’Emilia Romagna Igp continuerà nel progetto di rilancio attraverso la campagna ‘Pera dell’Emilia Romagna Igp. Un’eccellenza da salvare. Da metà ottobre troveremo questo claim su testate consumer trasversali e sui principali quotidiani a tiratura nazionale. Ci sarà una campagna televisiva importante da metà novembre a inizio dicembre.
Importante poi la collaborazione con il mondo della distribuzione. Germano Fabiani, responsabile del reparto frutta di Coop Italia, dice: “Coop, da sempre dialoga e collabora con la produzione agricola, nello specifico caso delle pere dell’Emilia Romagna, poi, evidenziandone a punto vendita l’estrazione territoriale, nell’ambito del progetto “territori” di Coop Alleanza 3.0, ad esempio. Sviluppando il co-branding “Origine Coop – Pera dell’Emilia Romagna IGP”. Presentando continuamente, nello svolgere della stagione, una confezione di pere IGP dell’Emilia Romagna, organizzando azioni promozionali e non solo economicamente parlando, ma divulgative, come nel canale supermercati dal 19 di questo mese. Auguriamo alla categoria dei produttori interessati di condurre a buon fine l’imminente campagna di commercializzazione, con una raccomandazione sui prezzi di vendita, che comprensibilmente saranno elevati, stante la poca produzione raccolta, ma che potrebbero allontanare il cliente finale, dall’acquisto”.
La pera è tra i frutti preferiti dal 30 per cento degli italiani, come emerge dalla ricerca su 3 mila responsabili acquisti, realizzata da Agroter nel 2022.