Si chiama Vino Connect Sicilia e ha l’obiettivo ambizioso di ‘connettere’ i territori siciliani attraverso il vino. La cooperativa avvia i primi passi, come ci racconta il suo presidente, Walter Guarrasi, che guida anche “Vivi Vinum Pachino – dice – esiste da 6 anni, siamo 149 soci, lavoriamo sul territorio in provincia di Siracusa, in una terra vocata dove la produzione di vino è uno dei motori principali della nostra economia. Pachino è il paese del Nero d’Avola, vanta tante piccole e grandi aziende di qualità. Siamo impegnati nella promozione del territorio, festeggiamo la vendemmia, intendiamo potenziare le iniziative che custodiscono valore culturale, sociale ed economico. Il confronto con le scuole, in particolare con l’Istituto Agrario Paolo Calleri di Pachino, è evolutivo: il prossimo anno nascerà un nuovo indirizzo per favorire la formazione di tecnici del settore ed enologi. Stiamo studiando la mappatura dei palmenti dove anticamente si vinificava l’uva, intendiamo trasformarli, riusarli e renderli attrattivi con un itinerario turistico”.
Guarrasi si dilunga su Vivi Vinum Pachino perché è in prima linea per la gestione e il coordinamento del progetto “Il Credito Cooperativo acceleratore per lo sviluppo nelle aree dalla Val di Noto alla Val Di Mazara: terre dei vini” che sarà realizzato attraverso la costituenda cooperativa di comunità Vino Connect Sicilia. “Il progetto nasce in sinergia con la Bcc Pachino e la Bcc di San Cataldo, Federcasse, Confocooperative Sicilia, è supportato da Azure Consulting e finanziato da Fondo Sviluppo Spa. L’azione da Pachino si amplierà su altri territori. Abbraccia la Val di Noto e la Val di Mazara con diverse iniziative finalizzate allo sviluppo dei territori del vino. Ne elenco alcune: la Scuola del vino, dove cercheremo di tramandare know how e di trasferire nuove skills ai giovani che vorranno lavorare nel settore vitivinicolo, gli sveleremo i segreti dalla vigna, affiancando i saperi della produzione a quelli della gestione manageriale e del marketing del vino. Formeremo professionisti altamente qualificati. Lanceremo il Cammino del Nero d’Avola: non ce ne sono altri, sarà il primo che valorizzerà le contrade, ognuna con caratteristiche diverse, dove proliferano ad oggi ben 30 cantine. Svilupperemo l’enoturismo, i partecipanti godranno di ospitalità nelle cantine e saranno coinvolti nelle vendemmie. Il sentiero che stiamo creando potrà essere pedonale, ma quando il tratto su binari da Noto a Pachino sarà completo potrà essere percorso anche grazie alla “Ferrovia del vino”. Per offrire un’esperienza di approfondimento e di respiro internazionale, formeremo accompagnatori qualificati e mediatori linguistici”.
Non finisce qui: “La Cooperativa di comunità – in linea con il progetto – lavorerà su un cronoprogramma di 18 mesi, ma nasce per svilupparsi a lungo termine. Il vino diverrà un racconto, in continua evoluzione, che svelerà il ruolo e l’importanza del produttore e che lascerà scoprire quanto è prezioso il bagaglio di cultura, natura e tradizioni che c’è lungo la filiera. Il nostro sarà un vino da vivere con un’esperienza sensoriale ed emozionale, un viaggio ambito per l’enoturista”.
Gli orizzonti sono ampi: “Stiamo coinvolgendo le aziende del nostro territorio pachinese e della Val di Noto, poi ci allargheremo alla zona di San Cataldo e apriremo un dialogo con Marsala e l’intera Val di Mazzara. Si è appena conclusa la Festa della Vendemmia, è la prima attività del progetto: in questa occasione abbiamo dialogato sulle potenzialità della cooperazione per lo sviluppo dell’enoturismo. Oggi è necessario stare insieme per raggiungere un grande obiettivo produttivo”.
Nel 2024 “inizieremo le attività con le scuole superiori e formeremo il personale per le cantine.
Mapperemo i palmenti – nel centro storico di Pachino sono una ventina – continueremo lungo le tappe del Cammino del Nero d’Avola. Organizzeremo giornate formative e informative nei territori che hanno sposato i nostri progetti”.