Strade, ferrovia, fibra. Superare il gap infrastrutturale che frena la competitività delle imprese marchigiane. Un obiettivo che la Cna Marche ha messo al centro dell’Assemblea regionale.
“Marche e infrastrutture, connettersi al futuro. Criticità, obiettivi e progetti per superare l’isolamento”. E’ questo il titolo della tavola rotonda alla quale hanno partecipato il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, l’assessore regionale alle Infrastrutture Francesco Baldelli, il commissario straordinario alla ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli, il presidente Cna Marche Paolo Silenzi e il segretario Moreno Bordoni. Il confronto è stato moderato da Daria Paoletti, giornalista parlamentare di Sky Tg24.
Porto, aeroporto e interporto. “Fondamentali” per la Cna, hanno sostenuto il presidente regionale Paolo Silenzi e il segretario Moreno Bordoni: “Sono le infrastrutture strategiche del Porto di Ancona, Aeroporto e Interporto che vanno integrate in una Piattaforma Logistica per potenziare i collegamenti nazionali e internazionali della nostra regione”.
Rete viaria. “Dalla terza corsia sull’autostrada A14 al completamento della Quadrilatero e alla Fano Grosseto, passando per intervalli e pedemontane per collegare le aree interne delle Marche con la costa e con le altre regioni italiane” hanno dichiarato Silenzi e Bordoni: “Sono numerosi gli interventi necessari in una realtà dove l’87 per cento delle merci transita su gomma. Attualmente la rete viaria marchigiana ha una lunghezza di 65,3 chilometri per 100 kmq rispetto a una media nazionale di 58,1 chilometri ma sono strade che vanno dall’entroterra alla costa mentre le aree interne sono collegate tra loro poco e male”.
Ferrovia. Dall’alta velocità nella linea adriatica e dal potenziamento dei collegamenti con Roma (Falconara Orte) passa la fine dell’isolamento ferroviario delle Marche con conseguente rilancio del turismo e del traffico merci intermodale. “Senza questi interventi” secondo Silenzi e Bordoni ”arriveremo impreparati al 2030, quando il 30 per cento del trasporto merci su strada, per tratti superiori ai 300 chilometri, dovrà essere trasferito su rotaia o su nave. Una percentuale che sale al 50 per cento entro il 2050”.
Attualmente nelle Marche ci sono 4,1 km di ferrovia ogni 100 kmq contro i 5,5 km dell’Italia. A essere elettrificata è il 62,1 per cento della rete contro il 71,8 per cento in Italia mentre il 52,1 per cento è a doppio binario rispetto al 46,1 per cento della media nazionale. Lo scorso anno il treno è stato utilizzato soltanto dal 28,9 per cento dei marchigiani mentre le merci movimentate con i treni sono il 13 per cento del totale.
Banda ultra larga. Siamo in ritardo per quanto riguarda la copertura delle Marche con la fibra. Nella nostra regione il 46,5 per cento del territorio è coperto dalla Banda Ultra Larga, ma solo un marchigiano su quattro (il 25,3 per cento) ha un abbonamento in Bul, percentuale che scende al 5,7 per cento se si fa riferimento agli indirizzi postali. Drammatica la situazione dei distretti industriali. In Italia, secondo una elaborazione del Sole 24 Ore su dati Istat e Agcom, la copertura della banda ultra larga nella versione più performante in Ftth è sotto l’1 per cento in 52 distretti su 141. Nelle Marche sono sette i distretti con copertura inferiore all’1 per cento (Montegranaro, Porto Sant’Elpidio, Pergola, Cagli, Urbania, Urbino e Recanati).
“Telemedicina, commercio online, artigianato digitale” hanno precisato presidente e segretario Cna “dipendono dalla velocità di collegamento e su questo occorre un grande sforzo perché siamo indietro e in certe zone interne delle Marche, altro che fibra, neanche i cellulari riescono a collegarsi perché non c’è campo”.
“Da domenica partiranno dall’aeroporto di Falconara i voli di continuità territoriale giornalieri verso Roma, Milano e Napoli, abbattendo costi e tempi. Si tratta di un passo importante per contrastare quell’isolamento infrastrutturale che ha frenato in passato la competitività delle nostre pur bravissime imprese. L’aeroporto, insieme al Porto e all’Interporto dovrà diventare quel Centro Intermodale attorno al quale far ruotare le altre infrastrutture viarie sulle quali stiamo investendo con progetti, in alcuni casi già cantierabili: terza corsia dell’A14, Fano Grosseto, Pedemontana, Salaria solo per citarne alcuni” ha detto il presidente Acquaroli.
“Le Marche possono diventare il perno di una piattaforma logistica dell’Italia centrale per unire i Balcani con la penisola iberica e con il Corridoio Atlantico e mettere l’Italia al centro dell’Europa. Una opportunità che non dobbiamo lasciarci sfuggire, colmando i ritardi infrastrutturali ereditati dal passato. Ritardi che ci stiamo impegnati a superare creando una filiera tra Regione, enti locali e categorie produttive sull’arretramento dell’A14. Entro la fine dell’anno inizieranno i lavori sulla Fano Grosseto per arrivare a collegare le Marche con i porti di Piombino e La Spezia. A ottobre si apriranno le buste per la realizzazione del lotto Serra San Quirico – Genga. L’obiettivo è quello di abbattere i tempi di percorrenza tra Ancona e Roma di almeno 50 minuti” ha aggiunto Baldelli.
“Nell’area del cratere, in accordo con le Regioni Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio stiamo efficientando le connessioni viarie per un ‘area di 8 mila metri quadrati, attivando il fondo supplementare sisma di oltre 200 milioni. In particolare la pedemontana andrà da Fabriano fino ad Ascoli Piceno per arrivare a Roma attraverso la Salaria via Chieti o via Teramo. Grazie al Fondo complementare è anche previsto il restyling delle stazioni ferroviarie di Macerata, Fabriano, Tolentino e Ascoli. Sui ritardi della banda ultra larga e della copertura digitale delle Marche, va detto che a volte sono i Comuni e le popolazioni locali a ritararli per l’opposizione alle infrastrutture del 5G” ha specificato Castelli.
All’Assemblea Cna Marche ha portato il saluto con un collegamento da remoto il presidente della Camera di Commercio Gino Sabatini, il quale ha ricordato “il lavoro che la Camera di Commercio sta facendo sulle infrastrutture di concerto con la Regione e con le categorie economiche, con grande attenzione alla valorizzazione delle aree interne del cratere, che hanno subito gli eventi sismici e che devono essere messe in grado di ripartire”.