Dopo la bocciatura da parte del Tar del Lazio della circolare interministeriale che limitava le cosiddette “zone umide”, quelle cioè in cui i cacciatori, in base al regolamento Ue, non possono neanche trasportare cartucce contenente piombo a ridosso di qualunque corso d’acqua, la questione sarà affrontata lunedì in Conferenza Stato – Regioni, a cui è stato inviato anche il ministro Lollobrigida.
Il quale, in una dichiarazione ad Adnkronos, si è scagliato contro la “reiterata abitudine di alcune organizzazioni utilizzare i ricorsi e le lungaggini procedurali per condizionarne il regolare svolgimento fino a tentare di impedirlo”. Il riferimento non è solo alla richiesta delle associazioni ambientaliste di far valere il regolamento Ue sulle zone umide – che come riconosciuto dal Tar dal Lazio rappresenta una norma di rango superiore rispetto ad una circolare interpretativa interministeriale – ma anche ai ricorsi contro i Calendario venatori, come in Emilia Romagna, dove è stata accolta la richiesta di sospensiva.
Il ministro Lollobrigida punta l’indice anche contro alcune Regioni: “Negli anni si è consolidato un disinteresse da parte delle istituzioni ad affrontare e risolvere questo problema regolando in modo chiaro, e non interpretabile, le norme che assistono una attività legale, tutelata anche in sede europea. Lunedì, nel corso della conferenza delle Regioni, alla quale sono stato invitato, – annuncia – proporrò l’attivazione di un processo che porti al più presto ad una soluzione”.
Il ministro ha anche annunciato che convocherà il ricostituito Comitato faunistico venatorio per affrontare in modo organico il tema dello svolgimento dell’attività venatoria su tutto il territorio nazionale.
Nelle Marche
Intanto si mobilitano i cacciatori nelle varie regioni per dare certezza interpretativa alla normativa sulle zone umide, a pochi giorni dell’apertura della stagione venatoria. Nelle Marche le associazioni venatorie e l’assessore Antonini hanno approvato all’unanimità un documento con il quale chiedono al Governo di approvare un decreto legge che identifichi in modo chiaro le ‘”zone umide” e i relativi divieti.
E’ la strada che a livello nazionale hanno indicato le associazioni venatorie riunite nella Cabina di regia (Federcaccia, Enalcaccia, ANLC, ANUUMigratoristi, Arcicaccia, Italcaccia ed il CNCN Comitato Nazionale Caccia e Natura).
Nel frattempo si sta effettuando un censimento delle zone umide secondo l’interpretazione più restrittiva, per non lasciare comunque i cacciatori impreparati.
In Umbria
Accogliendo le istanze delle associazioni venatorie, in Umbria una richiesta di attivarsi presso il Governo è stata presentata all’assessore Morroni dai consiglieri della Lega Puletti e Mancini. Che rispetto al più generale tema dei ricorsi al Tar per ostacolare la caccia (l’Umbria quest’anno è al riparo visto che il Calendario venatorio è stato approvato in anticipo in confronto agli anni passati) chiedono alla Regione di porre al Governo la necessità di rivedere la norma sul gratuito patrocinio riconosciuto alle associazioni ambientaliste.