Ecco come l’aumento dei tassi impatta sui debiti delle famiglie umbre

mutui casa

Aumento dei tassi di interesse, la Fabi regionale, analizzando i dati della Fabi nazionale, di Bankitalia e di Prometeia, lancia un grido di allarme per le ricadute sulle famiglie umbre. Con le rate dei mutui a tasso variabile (ma anche alcune formule di rimborso del credito al consumo) che aumentano vertiginosamente, seguendo l’incremento dei tassi ufficiali, passati in pochi mesi dallo zero al 4,25%.

In Umbria

Questi, a marzo 2023, i tassi sui mutui per acquisto abitazioni per famiglie divisi per classi di importo

Questi incrementi impattano su un totale di mutui prima casa che al primo trimestre del 2023 ammontano nella nostra regione ad un totale di 4,3 miliardi di euro di cui 113 milioni erogati nel primo trimestre 2023.

Altrettanto significativo è l’ammontare del credito al consumo che al primo trimestre 2023 grava sulla popolazione regionale per 2.5 miliardi di euro.

I dati sulla composizione dei debiti delle famiglie umbre ci dicono che essi sono contratti al 55 %per acquistare abitazioni, al 30% per crediti al consumo e il resto per altri prestiti quali aperture di credito in conto corrente e mutui diversi da quelli per abitazioni.

Le fasce d’età

Fabi analizza anche su quali fasce anagrafiche gravano maggiormente questi indebitamenti. In Umbria nel 2022 i nuovi mutui sono stati stipulati da under 34 per il 38,4% da persone di età compresa tra 35 e 44 anni per il 34,5% e da over 44 per il 27,1%.

Su tale composizione influiscono sicuramente le garanzie stateli previsti per mutuatari di particolari fasce d’età. “Giova tuttavia notare -evidenzia il sindacato – come le stesse aggregazioni demografiche, specie in Umbria siano anche quelle in media con le maggiori difficoltà ad ottenere occupazioni stabili e redditi adeguati”.

I valori monetari dei mutui

I valori monetari dei mutui contratti dagli umbri nel 2022, sono cosi ripartiti:

Le previsioni di Fabi

“Questa ingente massa di prestiti a vario titolo contratti dalle famiglie umbre – prevede la Fabi – risentirà in modo sensibile dei continui aggravi dei tassi su di essi applicati. I dati nazionali ci dicono che un punto percentuale degli stipendi delle famiglie italiane  è ‘mangiato’ dai tassi d’interesse sui debiti, dai mutui ai prestiti fino al credito al consumo”.

La quota delle rate rispetto al reddito disponibile su scala nazionale è passata dal 9,50% del 2019 al 10,55% di marzo scorso e, visti i successivi aumenti del costo del denaro. “Questa percentuale – avverte il sindacato –  è destinata salire: aumenterà ancora l’incidenza della spesa per interessi sul reddito”.

L’inflazione

In Umbria questa situazione è aggravata da un fenomeno inflattivo particolarmente virulento, tanto che sempre dai dati ufficiali Prometeia il reddito disponibile delle famiglie umbre è diminuito in termini reali dell’1,8 per cento (-0,9 in Italia; ) risentendo del fenomeno inflattivo in media superiore dello 0,6% a quello nazionale, facendo toccare a fine 2022 al tasso d’inflazione sui dodici mesi, misurata dall’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), il 12,2%

Tale aumento ha gravato in modo più che significativo soprattutto sui ceti meno abbienti vista la prevalenza in queste ultimi dei consumi essenziali, che più di altri hanno risentito dell’aumento dei prezzi.

L’allarme

Difronte ad un scenario regionali cosi fatto e in considerazione delle dinamica future dello stesso, con i nuovi maggiori rialzi dei tassi d’interesse previsti da qui alla fine del 2023, la Fabi dell’Umbria auspica che il sia raccolto al più presto il suo appello a riunire tutte le componenti istituzionali ,politiche e di categoria idonee a fronteggiare le conseguenze dello stesso sulla comunità Umbra.

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