Com’è la situazione dei pensionati delle Marche? Funziona la sanità? Quali sono le richieste della Cisl pensionati Marche? Lo abbiamo chiesto al segretario generale Dino Ottaviani.
“La richiesta principale è rafforzare il territorio, che non è coperto adeguatamente dal punto di vista sanitario. Il decreto ministeriale numero 77 prevede case e ospedali di comunità, ma qui siamo molto indietro. Soprattutto in alcune aree interne, la percentuale di ultra 65enni e over 84enni è molto alta. Con quale personale si intendono creare le case e gli ospedali di comunità? Noi siamo dell’idea che bisogni rinforzare con gli infermieri di famiglia, persone che conoscono la zona, che diventino punti di riferimento insieme ai medici generici”.
I numeri: “In regione siamo a 75 mila anziani non autosufficienti, 50 mila hanno assegno di accompagnamento. A loro, nel territorio, dobbiamo portare una sanità di prossimità, anche di primo livello, e mi riferisco ad ambulatori cardiologici e a macchinari per le ecografie”. Ancora cifre da parte di Ottaviani: “Solo 10 mila anziani sono nelle strutture residenziali, gli altri sono a casa. Ci sono 14 mila che hanno il contratto per l’assistente familiare, il resto è in nero? C’è stato il rinnovo di contratto per quel che riguarda gli assistenti, ma non dimentichiamo che chi viene dal privato prende una pensione di meno di mille euro; c’è stata la rivalutazione del 7,3 per cento fino a 2.100 euro lordi, ma per gli assistenti familiari è stata del 9 per cento. Naturalmente, questa è una faccenda che va risolta a livello nazionale”.
Nelle strutture c’è stato un aumento dei costi: “Noi insistiamo da diverso tempo su questo punto. La norma dice che al 50 per cento la retta è a carico dell’utente, per l’altro 50 per cento del Servizio sanitario nazionale. Ma le rette sono aumentate, superando i 1.500 euro al mese, e non c’è stato l’adeguamento da parte del Ssn. Siamo ancora all’accordo del 2008: 66 euro il costo di una giornata, mentre oggi siamo a 80-90 euro. La differenza è stata scaricata sulla famiglia. Noi da un anno abbiamo chiesto alla Regione cosa intende fare. E abbiamo domandato anche di istituire un fondo di solidarietà per le fasce più deboli, usando l’Isee per i calcoli”.
Ottaviani è un po’ sfiduciato: “Manca il sostegno alla famiglia da diverso tempo. Secondo una nostra ricerca, il 90 per cento degli anziani intervistati, non autosufficienti, preferisce rimanere a casa. Quindi bisogna implementare la medicina generale, l’infermiere di famiglia, la telemedicina. E’ impensabile costruire altre strutture residenziali, avrebbe un costo enorme”.
La preoccupazione per il futuro: “Gli ultra 80enni. Stanno crescendo tanto nelle zone interne dove ci sono meno servizi socio-sanitari. Chiediamo di rafforzare l’emergenza-urgenza. Diciamo no alla costruzione di nuovi ospedali, che è l’orientamento della Giunta attuale”. Aggiunge: “E’ un problema grosso presidiare le zone interne con medici di medicina generale, anche perché molti sono prossimi alla pensione. Allora si potrebbe utilizzare l’infermiere che va a casa e prende i parametri vitali e poi li porta al medico”.
Tanti sono gli anziani a rischio povertà, lunghe sono le liste d’attesa: “Si fa fatica a rispondere su alcune patologie. La pandemia aveva bloccato tutto, ora ci sono ritardi su accertamenti anche importanti come l’oncologia”. Infine, Ottaviani spiega: “Per cosa spendono soldi i pensionati? Alimenti, abitazione e assistenza. L’alimentazione è un altro grave problema, l’aumento dei prezzi è stato doppio del 7,3 per cento di cui parlavamo in precedenza. A ottobre vedremo quale sarà stata l’inflazione effettiva”.