Qualità e poca acqua, la domanda fa crescere il nocciolo

nocciolo

Cresce la produzione del nocciolo in Emilia Romagna. Una coltura che storicamente è diffusa in Turchia, ma che ha trovato spazio in Italia, soprattutto in Piemonte, Campania, Lazio e Sicilia. E ora anche in Emilia Romagna, sotto la spinta della crescente domanda.

Agrimpresaonline, periodico della Cia dell’Emilia Romagna, offre un approfondimento sulla coltura del nocciolo. Con un focus sulla cooperativa Terremerse di Bagnacavallo, che circa due anni fa ha avviato un progetto per ampliare la coltura del nocciolo.

Un progetto che può contare sulla domanda delle industrie di trasformazione. Il progetto, come spiega il responsabile, Marco Babini, è stato avviato con Ferrero, creando la prima filiera di qualità, tracciabile e 100% italiana di nocciolo. Un progetto che interessa, oltre all’Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Toscana, Umbria e Veneto.

Una coltura in crescita. Per la qualità delle produzioni autoctone. Inoltre, i cambiamenti climatici, con l’aumento dei periodi di siccità, rendono più convenienti colture arboree che hanno minore necessità di acqua, come il nocciolo.

Exit mobile version