Il decreto legge del Governo, varato ieri sera, modifica nei suoi principi fondamentali il Superbonus. Spariscono infatti la cessione del credito e lo sconto in fattura, alla base del decollo degli incentivi edilizi. Viene eliminata anche la possibilità per gli enti pubblici di acquisire i crediti agevolati. La buona notizia è l’allentamento della responsabilità solidale nel trasferimento dei vecchi crediti, che aveva portato al blocco delle operazioni e che aveva portato le banche a chiudere ogni possibilità.
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, giustifica questa stretta così: “Bisognava risolvere il nodo dei crediti”, che erano ormai arrivati a 110 miliardi, “e mettere in sicurezza i conti pubblici”. Poi aggiunge: “L’intero pacchetto grava per 2 mila euro circa sulla testa di ciascun contribuente”. Da remoto, anche Giorgia Meloni precisa: “Dovevamo intervenire”. L’impatto sul debito pubblico stava diventando insostenibile.
Alfredo Mantovano, il sottosegretario, cerca comunque di tendere una mano alle imprese: “Il governo intende aprire un’interlocuzione con le associazioni di categoria, che saranno invitate nel tardo pomeriggio di lunedì a Palazzo Chigi per ricevere i loro contributi propositivi rispetto a un intervento di necessità ed estrema urgenza”.
Riassumendo, da ora per i nuovi interventi edilizi si potrà solo utilizzare la detrazione d’imposta. Resta tutto com’era per gli interventi già avviati. Il decreto licenziato dal Governo a sorpresa affronta anche il tema della responsabilità solidale dei cessionari, che viene esclusa per chi è in possesso di tutta la documentazione sulle opere “per eliminare le incertezze” che hanno frenato molto intermediari dall’assorbire questi crediti. Giorgetti ha fatto sapere: “L’urgenza ora è riattivare la possibilità per gli intermediari nell’acquisto di questi crediti” rimasti incagliati.