Piemonte, consumi delle famiglie in frenata

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Consumi in frenata, anche in Piemonte. A certificarlo è uno studio di Confesercenti sulla spesa delle famiglie nel 2023. Per il Piemonte la previsione di spesa è di 2.376 euro medi a famiglia, un dato inferiore ai 2.443 euro della media nazionale, ma anche a quello delle regioni del nord (Liguria esclusa), oltre che di Emilia e Toscana. E al Piemonte mancano anche 139 euro per raggiungere il livello di spesa del 2019, ultimo anno prima della pandemia, rispetto ai 50 euro mancanti a livello di media nazionale.

Il rallentamento dei consumi è evidente nello storico dall’anno pre Covid ad oggi: dopo il baratro del 2020 rispetto al 2019 dovuto alla pandemia, i consumi dei piemontesi hanno ripreso a salire. Ma mentre nel 2021 rispetto al 2020 e nel 2021 rispetto al 2022 la crescita è stata rispettivamente di 70,5 euro e 82,2 euro, nel 2023 rispetto allo scorso anno supererà di poco i 18 euro, pari allo 0,8%:
> 2020 su 2019: -310,5 euro (-12,3%)
> 2021su 2020: +70,5 euro (+3,2%)
> 2022 su 2021: +82,2 euro (+3,6%)
> 2023 su 2022: +18,1 euro (+0,8%)

Cambia la composizione della spesa

Le difficoltà delle famiglie piemontesi emergono anche dalla composizione della spesa. Quasi la metà (46%, in questo caso sostanzialmente in linea con la media nazionale) se ne va per costi legati all’abitazione e alle bollette di elettricità, gas, e acqua: una spesa in forte crescita che penalizza inevitabilmente tutte le altre.

In questa situazione l’andamento dei costi energetici può fare la differenza: se nel corso del 2023 le tariffe di luce e gas si dovessero ridurre del 40%, come ipotizzato dal ministro Giancarlo Giorgetti, la spesa sostenuta dalle famiglie per le utenze domestiche calerebbe in modo significativo, liberando risorse da destinare ad altri consumi.

“Un fatto importe – dice Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Piemonte -, ma rimane la necessità più generale e strutturale di sostenere i consumi e rilanciare la domanda interna, dalla quale dipendono le imprese del commercio. L’inflazione sta mettendo a dura prova i bilanci delle famiglie, che vanno aiutate a recuperare potere d’acquisto. In questo senso sarebbe importante prevedere la detassazione degli aumenti retributivi: ciò aiuterebbe a rinnovare i tanti contrtatti di lavoro scaduti da anni. Purtroppo, dai dati emerge una specificità negativa della nostra regione: le famiglie e le imprese piemontesi faticano di più e questa è una circostanza che deve richiamare l’attenzione di tutti, soggetti pubblici e privati”.

PIEMONTE / COMPOSIZIONE DELLA SPESA DELLE FAMIGLIE
> Abitazione e utenze: 46,0%
> Alimenti e bevande analcoliche: 17,7%
> Trasporti: 9,7%
> Alberghi e ristoranti: 3,7%
> Servizi sanitari: 3,6%
> Mobili e servizi per la casa: 3,5%
> Spettacoli e cultura: 3,4%
> Abbigliamento e calzature: 2,8%
> Comunicazioni: 1,9%
> Bevande alcoliche e tabacchi: 1,6
> Istruzione: 0,5%
> Altri beni e servizi: 5,6%

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