Vino: Nomisma Wine Monitor, 2022 in chiaroscuro

Un anno in chiaroscuro per il vino italiano il 2022. La fotografia è stata scattata da Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor, durante la nona edizione del Forum Wine Monitor di Nomisma.

L’Italia ha chiuso l’anno con il nuovo record dell’export, 8 miliardi di euro, ossia +12 per cento. Negli Stati Uniti cresce del 16,2%, nel Regno Unito del 32,7%, in Canada del 21,7%, in Giappone del 25,3% e in Corea del Sud del 9,6%. Segno negativo invece in Germania, -11,9%, e Cina, -7,2%. Bollicine superstar con +25,4% in Usa, +78,9% in Gran Bretagna, +25,4% in Giappone, +19,6% in Svizzera, +31,3% in Canada e +37,3% in Corea del Sud.

Ci sono paesi che hanno fatto meglio del nostro. Come Usa (+14,2%), Cile (+12,8%) e Francia (+12,5%), che raggiunge i 12,5 miliardi di export contro gli italiani e i 3 della Spagna (+6%), che è il terzo esportatore. Meno bene dell’Italia anche la Nuova Zelanda (+8%) e l’Australia (+4,1%). Il distacco dai francesi aumenta per un prezzo medio di vendita dei vini transalpini valorizzato oltre il 40% in più.

L’Italia è il primo fornitore di Russia e Ucraina e naturalmente ci sono state conseguenze per il conflitto. Così come per il prolungarsi della congiuntura Covid in Cina, dove dal 2018 le importazioni sono passate da 2,2 miliardi di euro a 1,24 miliardi nel 2022. Questa contrazione ha colpito molto la Spagna (-16,5%) e in misura più contenuta l’Italia (-7,2%) e soprattutto la Francia (-1,2%). Sono rimasti immuni Stati Uniti e Cile.

Flessione in quantità dei vini venduti, sul mercato interno, per quel che riguarda la grande distribuzione (-6.4%), mentre in calo nei valori è stato contenuto (-1,8%). Nielsen fa sapere che i livelli di vendita sono stati però superiori sia in valore sia in qualità rispetto a quelli pre-pandemia del 2019. Il segno meno ha colpito tutte le tipologie, con l’unica eccezione degli Charmat secchi (+4,2%), in particolare grazie al Prosecco. Marcia indietro per l’ecommerce (-23,8%).

Il settore Horeca è invece ripartito ovunque. Germania +60,6%, Francia +57,9%, Paesi Bassi +50,9%, Italia +46,6% e Spagna +39%. A dare manforte è stato il ritorno dei turisti, anche se Eurostat – nel periodo gennaio – settembre 2022 – dà per lontani i livelli del 2019 (89,1 milioni, tra italiani e stranieri, contro i 108 milioni pre-Covid).

Nel 2023, a causa del caro-prezzi, gli italiani ridurranno gli acquisti. Tra i prodotti a rischio taglio, il vino è al sesto posto dopo snack, bevande gassate, carni rosse, pesce e salumi. All’estero, si prevede una crescita lenta nei mercati storici del vino nostrano, si fa affidamento su mercati emergenti di medio ed estremo Oriente come dell’Africa. Nel 2022 infatti, abbiamo avuto questi risultati (Australia +238% , Thailandia +146%, Vietnam +120%, India +113%, Angola +112%, Malesia +99% e Filippine +92%). Tutti questi dati sono stati riportati dal sito Vigneviniequalita.edagricole.it.

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