Crisi, non solo un problema degli agricoltori

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Cali produttivi, dinamica dei prezzi di mercato, aumento del costo energetici. Di fronte a queste emergenze, Cia-Agricoltori Italiani Imola sta lavorando per incontrate tutti i portatori di interesse e i rappresentati istituzionali. L’imperativo è fare rete, perché queste non sono solo problematiche degli agricoltori, come ha spiegato nei giorni scorsi la presidente dell’associazione, Luana Tampieri: “La proporzione della crisi che abbiamo attraversato e stiamo attraversando è sotto gli occhi e, oserei dire, nelle tasche di tutti. In questa fase post-pandemia, quando si pensava di poter “respirare” per la riapertura dei mercati sia interni che esteri è arrivato, con il conflitto russo-ucraino, un aumento dei costi di produzione, tra gasolio, energia e mezzi tecnici, senza precedenti. A questo si è aggiunta la siccità che ha reso davvero utopica la marginalità delle nostre aziende agricole.  Siamo tutti consapevoli delle enormi difficoltà che stanno affrontando i produttori, anche perché nella nostra associazione gli organi direttivi sono formati da agricoltori che li vivono in prima persona. Per questo – continua la presidente di Cia Imola – abbiamo già iniziato a lavorare per riportare al centro non solo le problematiche del settore, ma anche il suo necessario rilancio. Il distretto produttivo del Circondario imolese deve ritornare protagonista della produzione emiliano-romagnola, perché possiede delle peculiarità produttive uniche. Per andare verso il rilancio delle nostre aziende abbiamo innanzitutto ricominciato a essere presenti e partecipi ai dibattiti e alle manifestazioni sul territorio”.

“Come associazione – conclude Tampieri – abbiamo sempre pensato che affrontare insieme certe tematiche che hanno una rilevanza cruciale per il comparto, dai prezzi al caro-energia, fosse migliorativo per l’intero sistema. Mi chiedo spesso, infatti, quali differenze possano esserci tra i problemi di un agricoltore iscritto a un’associazione piuttosto che a un’altra. Credo che con la logica della divisione non si vada da nessuna parte, ma sia necessario, invece, un patto di collaborazione per fare “massa critica” e far valere le nostre istanze in maniera più forte e incisiva”.

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