Marche, fino a febbraio servono 30mila lavoratori: i settori

silenzi cna marche

Fino al prossimo febbraio sono previste nelle Marche 30.550 assunzioni da parte di imprese locali. “Entrate – rileva il presidente Cna Marche Paolo Silenzi commentando i dati Excelsior Unioncamere – destinate per quasi la metà a restare sulla carta. A causa della difficile reperibilità dei profili professionali richiesti. A frenare nuove assunzioni contribuiscono gli elementi di incertezza economica dovuti ai costi energetici, alla crescente inflazione e all’aumento del costo del denaro. Le imprese preferiscono aspettare, rinviando a tempi migliori investimenti e assunzioni. Ci auguriamo che nel 2023 le tensioni sui mercati si raffreddino anche grazie agli interventi del Governo e dell’Europa, scongiurando i rischi di recessione”.

Nello stesso periodo di un anno fa le assunzioni previste erano oltre 34mila. Un calo dell’11% che certifica come le difficoltà economiche si trasmettano anche al mercato del mondo del lavoro marchigiano, nonostante gli occupati nel terzo trimestre dell’anno risultino in aumento. Alla fine di settembre, nelle Marche gli occupati erano 638. 893, con un aumento di 22.377 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un incremento ascrivibile totalmente alle donne (+24.492) mentre tra gli uomini gli occupati calano di 2.115 unità.

In un anno le donne che hanno deciso, per scelta o per necessità di mettersi in gioco e di cercare un lavoro sono state 26.541 mentre tra gli uomini la forza lavoro è calata di 1.769 unità. Un mercato del lavoro tutto al femminile, quello marchigiano, dunque. Anche tra i disoccupati aumenta la quota femminile. A cercare lavoro sono 25.459 donne e 20.567 uomini, con una crescita complessiva di 2.394 disoccupati di cui 2.048 donne. in crescita anche i disoccupati senza precedenti esperienze lavorative (+1.720) mentre sono in forte calo quelli che non cercano o non sono disponibili a lavorare (-22.472).

L’analisi del Centro Studi Cna Marche su dati Istat evidenzia come gli occupati aumentino nell’industria (+4,7 per cento), nelle costruzioni (+6,1) e nei servizi (+3,8) mentre crollano in agricoltura (-11,3).

 

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