Amazon Tax: Netcomm, danneggia piccole e medie imprese

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Il Governo è intenzionato a inserire una tassa verde, la ‘Amazon Tax’, nella nuova legge di bilancio. Sarà a carico delle società di distribuzione che usano mezzi inquinanti per portare nelle case dei consumatori i prodotti acquistati.

Foodaffairs riporta le parole di Roberto Liscia, presidente di Netcomm: “La presunta ‘Amazon Tax’ sulla rete distributiva dell’ecommerce proposta dal Governo all’interno della nuova legge di Bilancio non tiene conto del reale impatto economico e ambientale di questo settore sull’intera economia del nostro Paese. Porre un freno a un settore strategico come quello del digitale, che già sta subendo un rallentamento a causa dell’inflazione e dell’aumento dei costi tecnologici e di gestione dell’intera rete, significherebbe minare la competitività dell’Italia sul piano internazionale. E a farne le spese sono in primis le piccole e medie imprese, che hanno trovato nel digitale, in questi ultimi anni, una risorsa strategica per lo sviluppo del loro export, raggiungendo consumatori in tutto il mondo grazie all’ecommerce”.

Secondo una ricerca di The European House – Ambrosetti per Netcomm, ecommerce e digital retail, in Italia, generano ricavi per 58,6 miliardi di euro, e sono al terzo posto tra le attività economiche italiane per incidenza sul fatturato del settore privato, con un impatto del 19,2 per cento sulla crescita di fatturato del totale delle attività economiche italiane. Netcomm aggiunge come recenti studi della società di consulenza Oliver Wyman e Lae confermano come l’ecommerce abbia un impatto minimo sull’ambiente rispetto al retail fisico non alimentare.

“L’ecommerce consente di ridurre da quattro a nove volte il traffico generato dallo shopping nei negozi e le consegne ai clienti rappresentano lo 0,5% del traffico totale nelle aree urbane. Inoltre, secondo il rapporto di Oliver Wyman risulta che l’ecommerce genera da 1,5 a 2,9 volte in meno di emissioni di gas serra.”

Chiude Liscia: “Stiamo parlando di una rete che, solo nel 2019, contava 678 mila imprese e oltre 290 mila lavoratori. Oltretutto, in un mondo sempre più multicanale, i negozi tradizionali stessi si avvalgono di servizi di consegna a domicilio e gli effetti di un’ulteriore tassazione avrebbero conseguenze negative anche sui costi della loro attività, oltre che sui prezzi destinati ai consumatori stessi”.

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