Comunità energetiche: nella Marche c’è spazio per le rinnovabili

Convegno Comunità Energetiche Cna

Comunità Energetiche da Fonti Rinnovabili (CER) come strumenti per combattere il caro bollette di imprese, famiglie e enti locali. Se ne è parlato in un convegno organizzato da Cna Marche, Cna Ancona, EscoMarche, FederEsco e Confidi Uni.Co.

Dopo il saluto di benvenuto del direttore di Cna Ancona Massimiliano Santini, è stato il presidente di EscoMarche Otello Gregorini a introdurre i lavori. Numerosi gli interventi sulle Comunità energetiche come opportunità per le imprese e le Pubbliche amministrazioni. Da Giuseppe Petronio di Gse alla vicesegretaria generale dell’Anci Antonella Guidi e al presidente di Federconsumatori Lazio Stefano Monticelli.

Sono intervenuti anche Simone Benassi, responsabile Cer Italia Enel X, il presidente FederEsco Claudio Ferrari e Alessandro Molitari, direttore Confidi Uni.Co della provincia di Ancona. I lavori sono stati conclusi da Barbara Gatto, responsabile nazionale del Dipartimento Politiche Ambientali della Cna.

Con le Comunità energetiche, è stato sostenuto al convegno, non si avrà solo una riduzione del costo della bolletta ma si potrà anche immettere in rete l’eccedenza prodotta e non consumata. Le Marche, regione caratterizzata da tante piccole comunità e distretti produttivi diffusi sul territorio, possono diventare protagoniste di questo percorso.

Secondo un focus del Centro Studi Cna Marche, la nostra regione, per consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili è al sedicesimo posto tra le regioni italiane. Il 26,8 per cento dei consumi di energia elettrica viene da fonti rinnovabili contro il 37,4 per cento dell’Italia. Solo il 6,2 per cento dei consumi marchigiani di energia elettrica è coperto da impianti di cogenerazione, contro una media nazionale del 32,1 per cento, mentre la produzione di bioenergia copre appena il 2 per cento dei consumi rispetto a una media nazionale del 6,3 per cento.

In entrambe le classifiche siamo al quartultimo posto tra le regioni italiane. Dunque, lo spazio per realizzare nuovi impianti di energie rinnovabili c’è ed è ampio.

Da una ricerca della Cna emerge che il 15 per cento delle piccole imprese teme di dover sospendere l’attività a causa di costi energetici insostenibili. Per le Marche significa oltre 25 mila aziende a rischio chiusura, con la perdita di 70 mila posti di lavoro.

Il 20 per cento del campione ha sostenuto che reagirà alla crisi investendo in tecnologie di efficientamento energetico, con valori simili tra i vari settori, ad eccezione dei servizi alle imprese, dove la percentuale sale al 32,1 per cento. Oltre il 90 per cento delle imprese intervistate indica la priorità di potenziare la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Nelle Marche sono 5 mila e 200 mila in Italia le piccole imprese pronte ad investire in autoproduzione di energia elettrica. IL PNRR stanzia 2,2 miliardi di euro di cui circa 63 milioni per le Marche, per incentivare con finanziamenti a tasso zero la nascita di Comunità energetiche rinnovabili e Gruppi di autoconsumo collettivo nei Comuni sotto i 5 mila abitanti. Un sostegno viene anche dalla Legge regionale 10 del 2021 che promuove e sostiene la produzione di energia da fonti rinnovabili attraverso gruppi di autoconsumo collettivo e Comunità energetiche.

Malgrado le semplificazioni introdotte dal Decreto Aiuti e dal Decreto Energia e l’ampliamento delle aree idonee all’installazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, burocrazia e costi eccessivi rappresentano ancora un freno per questi investimenti.

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