Credito più difficile per le piccole imprese umbre

Nonostante le incertezze internazionali e il peggioramento delle aspettative, continua a crescere nel 2022 l’aumento del credito alle imprese. Il dato di settembre è +6,7% rispetto allo stesso periodo di un anno prima, sul quale però incide la forte espansione del siderurgico nel Ternano, senza il quale si segnerebbe un + 3,9%. Dato però da un incremento dei prestiti alle grandi e medie imprese e da una contrazione dell’accesso al credito per le piccole imprese, che segna -1,5%.

Crescono a ritmi elevati sia il credito al consumo (+4,2%) sia i mutui (+4,4%) grazie anche al buon andamento del mercato immobiliare, soprattutto residenziale. Il Taeg medio cresce al 2,3%. Il tasso di deterioramento è sceso all’1% (grazie al manifatturiero e alle costruzioni, ma si registra un irrigidimento dei criteri di offerta del credito.

E’ questo uno degli elementi evidenziato dall’analisi congiunturale della Banca d’Italia, attraverso il report regionale presentato dalla direttrice Miriam Sartini e dal suo gruppo di analisti che hanno elaborato i dati statistici a disposizione e condotto lo scorso ottobre un’indagine a campione sulle imprese umbre del manifatturiero e del terziario, lo scorso ottobre.

L’economia regionale

Nel 2022 è proseguito il rimbalzo dell’economia con l’uscita dal momento più critico della pandemia, con una frenata però legata alla guerra in Ucraina e all’inflazione innescata dall’aumento dei costi energetici,

Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, nel primo semestre dell’anno il PIL dell’Umbria è cresciuto del 5,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021, in linea con l’andamento registrato a livello nazionale.

L’indagine condotta presso le imprese industriali e dei servizi ha evidenziato una significativa crescita del fatturato nei primi nove mesi dell’anno, anche per effetto del marcato incremento dei prezzi di vendita. Nella manifattura l’espansione dell’attività produttiva e quella del fatturato hanno interessato tutti i principali comparti; come nel 2021 le esportazioni sono cresciute più intensamente rispetto a quanto osservato nel Paese. L’edilizia ha beneficiato degli incentivi fiscali connessi con le attività di ristrutturazione, del buon andamento delle compravendite e dell’avanzamento dell’attività di ricostruzione post-terremoto. Il miglioramento della situazione sanitaria ha favorito soprattutto i servizi, in particolare quelli turistici. Le presenze sono tornate su livelli simili a quelli osservati nel 2019, anche grazie alla marcata ripresa della componente straniera. L’aeroporto regionale ha fatto registrare flussi di passeggeri mai raggiunti in precedenza.

Dopo il parziale recupero dello scorso anno, l’occupazione è rimasta pressoché stabile. All’aumento del numero di lavoratori dipendenti si è contrapposta una riduzione degli autonomi. La partecipazione al mercato del lavoro è rimasta bassa e si è riflessa in un calo del tasso di disoccupazione. Le attivazioni nette di contratti alle dipendenze hanno lievemente rallentato, in particolare nei mesi estivi. Si è ridotto il saldo delle posizioni a tempo determinato; quello dei contratti a tempo indeterminato si è invece ampliato, anche per effetto delle trasformazioni di impieghi già in essere. L’elevata inflazione non si è finora trasmessa ai salari, la cui crescita risulta moderata. L’erosione del potere di acquisto, seppur mitigata da alcune misure di supporto introdotte dal Governo, si è riflessa in un rallentamento dei consumi e dei depositi bancari delle famiglie.

I forti rincari dei beni energetici e di altri input produttivi e il permanere delle tensioni geopolitiche hanno deteriorato la fiducia di imprese e consumatori.

I margini economici delle aziende si sono compressi a causa delle difficoltà di trasferire interamente sui listini i maggiori costi di produzione. La liquidità, pur rimanendo su livelli elevati, ha iniziato a risentire del crescente fabbisogno di circolante, soddisfatto dalle imprese manifatturiere di medie e grandi dimensioni anche attraverso un più ampio ricorso ai prestiti bancari.

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