Gilberto Ballerini, Audiomedical (PT): “La funzione sociale dell’audioprotesista: prevenzione e trattamento per non gravare sulla comunità”

Gilberto Ballerini

Secondo il Primo rapporto mondiale dell’OMS sul tema dell’udito, entro il 2050 ben 2,5 miliardi di persone saranno colpite da forme più o meno gravi di ipoacusia e almeno 700 milioni di queste necessiteranno di terapie e trattamenti riabilitativi.

«Questi dati sono un chiaro campanello d’allarme da non sottovalutare, in quanto evidenziano l’incessante aumento di un problema di salute che incide pesantemente sulla qualità della vita del singolo e che provoca una grave ricaduta anche sulla società», esordisce il dott. Gilberto Ballerini, tecnico audioprotesista che gestisce, con il Dott. Giuseppe Marazia, Elena Bernardini ed Elena Maltinti, Audiomedical di Pistoia, una realtà che da 40 anni è attiva sul territorio nel settore sanitario delle protesi acustiche.

Stiamo parlando, quindi, di un problema che per chi ne soffre non riguarda esclusivamente la salute del sistema uditivo, ma si estende a tutti gli ambiti della sua vita: «E non solo – spiega Ballerini -. La persona con difficoltà uditive fatica a comunicare con gli altri e si sente fortemente limitata nelle relazioni personali: un disagio che si riflette anche in campo sociale e lavorativo, dando origine a criticità che si riversano a cascata sulla collettività e sul mondo dell’occupazione, diventando anche un costo per la comunità. Purtroppo, al giorno d’oggi, c’è ancora poca informazione sulla cultura dell’ascolto e quindi sui disturbi legati all’udito, ma le stime dell’OMS sottolineano come questa sia un’emergenza da non trascurare».

In questo scenario, la figura del tecnico audioprotesista assume un imprescindibile valore sociale. «Anzi, sarà sempre più centrale nella gestione del problema uditivo – illustra Ballerini -. L’audioprotesista, infatti, è un riferimento cruciale per migliorare il benessere e la qualità della vita di una persona in quanto ha il compito di promuove la prevenzione, il trattamento del disturbo e, quindi, la sua riabilitazione. Il valore sociale di questa professione si esprime soprattutto nel campo della prevenzione: affrontare precocemente il problema permette di intervenire con soluzioni protesiche personalizzate e performanti e, di conseguenza, consente di limitare lo sviluppo di malattie gravi che inciderebbero ancora di più, in termini sociali ed economici, sulla collettività».

Purtroppo la disinformazione, l’informazione distorta, o la stessa sottovalutazione del fenomeno spesso trattengono l’utente dall’accedere serenamente ai servizi a lui dedicati e quindi alle cure.

«Moltiplicare gli interventi dei professionisti del settore e fare informazione e cultura dell’udito sono risorse da mettere in campo per dare la possibilità al paziente di comprendere il problema e richiedere con fiducia le dovute prestazioni sanitarie – conclude Ballerini -. Tanto più che oggi la ricerca in ambito audioprotesico ha raggiunto livelli di eccellenza con la creazione di apparecchi acustici che, grazie alle più recenti innovazioni nel campo dell’intelligenza artificiale, sono in grado di favorire, talvolta in modo decisivo, l’elaborazione della voce anche in presenza di insistenti rumori di fondo. Inoltre dobbiamo ricordare che noi in Italia abbiamo ad oggi la fortuna (e il merito della conquista) di poter disporre di un sistema sanitario che promuove la centralità della persona, quale soggetto che esercita una libera scelta. Un sistema sanitario che sostiene finanziariamente il paziente avente diritto nella fornitura e nell’applicazione della protesi acustica. Diffondere la cultura dell’udito si può e si deve».

 

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