Verso il voto, le 10 richieste dell’autotrasporto ai partiti

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Sono contenute in 10 punti le richieste che l’autotrasporto rivolge alla politica, attraverso Ruote Libere, a tutte le forze politiche a pochi giorni dalle elezioni. Dieci punti che partono da una premessa: i miliardi di euro spesi negli ultimi anni per il mondo dell’autotrasporto “non solo non hanno contribuito a migliorare la salute del settore, ma purtroppo, paradossalmente, ne hanno aggravato le malattie ataviche”.

Spiega la presidente di Ruote Libere, Cinzia Franchini: “Oggi la fotografia che osserviamo è quella di un universo determinante per il Paese, che vale diversi punti del Pil nazionale, nel quale spesso la furbizia la fa da padrone sulla capacità imprenditoriale e dove l’illegalità è ampiamente diffusa. Una fotografia che ci restituisce un mondo dell’associazionismo incapace di rappresentare le imprese associate e che si limita a offrire servizi, spesso creati a tavolino proprio per favorire la sopravvivenza di questi enti. Eppure negli ultimi anni ai Tavoli nei quali vengono assunte le decisioni strategiche, a parte alcune lodevoli eccezioni, i Governi si sono relazionati solo con questi attori, solo con coloro che siedono all’Albo dell’autotrasporto, evitando un confronto ampio e allargato con chi non siede all’Albo né ha intenzione di farlo in futuro. Sottoponiamo dunque a tutte le forze politiche 10 proposte per cercare di mettere in campo quel cambio di rotta necessario”.

I 10 punti posti alla politica

Cinzia Franchini sintetizza i 10 punti posti alla politica: “Il primo punto è quello della completa revisione della politica degli aiuti. Chiediamo che all’autotrasporto non vengano più destinati fondi pubblici. Unica eccezione deve essere il rimborso sulle accise, un meccanismo rodato che oggi è stato sospeso per essere sostituito con macchinosi e ancora fumosi “bonus” sotto forma di crediti di imposta. Il secondo punto riguarda l’uso dei soldi del Pnrr. Le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza non devono essere disperse e devono essere utilizzate in infrastrutture essenziali, soprattutto nelle Regioni più arretrate. Al terzo punto, al fine di contrastare la drastica carenza di autisti, chiediamo di incentivare gli imprenditori alla assunzione di personale attraverso una defiscalizzazione della busta paga che vada a favore dello stipendio dell’autista. Il quarto punto attiene alle realtà isolane. Autotrasportatori sardi e siciliani non devono essere penalizzati solo per il fatto di trovarsi a lavorare su un’isola. Vanno stabilizzate le tariffe con gli armatori scollegandole alla stagionalità. Il quinto punto è quello del contrasto alle infiltrazioni mafiose. Un settore in ginocchio con imprese che lavorano spesso in perdita e lavoratori sottopagati, rappresenta terreno fertile per la criminalità organizzata. E’ evidente che le mafie che non rispettano le logiche del mercato, hanno potuto espandere i propri tentacoli. Questa direzione va immediatamente interrotta”.
“I restanti 5 punti – prosegue – sono legati alla creazione del tanto atteso Testo Unico dell’autotrasporto, alla revisione del calendario dei divieti di circolazione e al ripensamento della normativa sui tempi di guida e riposo. Infine chiediamo sul fronte della sicurezza una vera applicazione della normativa ADR sulle merci pericolose e, sul fronte della specificità della professione, il divieto di carico e scarico dei veicoli industriali da parte degli autisti”.

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