Desertificazione bancaria nei piccoli comuni umbri

anci e sindacati bancari

Umbria alle prese con la desertificazione bancaria, con un terzo dei comuni che ormai non ha neanche uno sportello. In 6 anni, dal 2015 al 2021, sono stati chiusi nella regione 163 sportelli bancari. In questi ultimi 6 anni, inoltre, è sceso anche il numero dei bancomat che è passato da 723 a 560 (- 163, – 22%). Nello stesso tempo il comparto ha registrato una consistente diminuzione del numero degli addetti che da 37851 del 2015 sono scesi a 2631 nel 2021 (- 1120, – 30%).

Per contrastare il fenomeno della desertificazione bancaria, Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) Umbria ed organizzazioni sindacali del credito umbro (Fabi, Fisac Cgil, First Cisl, Uilca, Unisin) hanno concordato possibili azioni di contrasto.

Marini (First Cisl): intervenire nei piccoli comuni

Il segretario generale della First Cisl, Francesco Marini, evidenzia come, già da tempo, il suo sindacato abbia posto all’attenzione della politica regionale la questione, chiedendo l’apertura di un tavolo di confronto, senza però ottenere risposte. “Il fenomeno delle chiusure degli sportelli – ha sottolineato – è frutto, da una parte della digitalizzazione del settore – che tuttavia non potrà mai sostituire la qualità del servizio svolto da un lavoratore -, dall’altra dal depauperamento degli istituti di credito regionali, rispetto alle acquisizioni dei quali, le istituzioni (in maniera trasversale) non hanno posto alcun argine. Un processo che pertanto sta indebolendo i servizi sul territorio, con particolare danno alle categorie più deboli, ma che incide pesantemente anche sul progressivo impoverimento della popolazione bancaria”. La First Csil, nel condividere il documento unitario, ha inoltre sollecitato l’intervento delle istituzioni regionali e nazionali, per arginare un problema che non può investire solo le forze sindacali e i rappresentanti dei piccoli Comuni.

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