Ogni famiglia toscana spenderà quest’anno 564 euro in più per la spesa. E’ quanto calcola Confesercenti Toscana, analizzando gli indici Nic per provincia. Con un dato costante: l’aumento dei prezzi dei generi alimentari supera di 2 punti percentuali l’inflazione generale, già pesantissima (intorno all’8%). A luglio, rispetto al mese precedente, i prezzi dei generi alimentari sono aumentati ancora dell’1,2% superando in media quota 10%.
E’ l’effetto del mix esplosivo dell’aumento dei costi energetici legato alla guerra in Ucraina e del taglio dei raccolti per la siccità che aumenta la dipendenza dall’estero e alimenta i rincari.
L’inflazione nei territori
E’ Firenze la città dove l’incremento progressivo del livello medio generale dei prezzi è maggiore (8,6%) seguita da Arezzo e Grosseto (8,3%). L’inflazione più bassa, al di sotto del dato nazionale e regionale, si registra in provincia di Massa Carrara (7,2%), Livorno (7,4%) e Lucca (7,5%).
“Ci aspetta un autunno caldo – spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana -. Per molti toscani, soprattutto per coloro che vivono in una condizione economica già precaria, riempire il carrello sarà sempre più complicato con molte persone che saranno costrette a fare ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente ai pacchi alimentari. Il trend dei prezzi anche nella nostra regione non tende a decelerare con l’inflazione generale che ha raggiunto il livello record dell’8%, 0,2 punti percentuali in più rispetto a giugno mentre i prezzi dei generi alimentari, incluse le bevande analcoliche, ha toccato quota 10%, dato che sale fino al 10,2% se consideriamo i soli prodotti alimentari. Parliamo di un incremento di 10 punti percentuali in un anno…”.
Gli aumenti più pesanti
La categoria per la quale le famiglie spenderanno complessivamente di più è il pane, pasta e riso, con un esborso aggiuntivo annuale di quasi 115 euro – sottolinea Coldiretti Toscana -, e precede sul podio carne e salumi che costeranno 98 euro in più rispetto al 2021 e le verdure (+81 euro). Seguono latte, formaggi e uova con +71 euro e il pesce con +49 euro, davanti a frutta e oli, burro e grassi. Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove – continua Coldiretti Toscana – più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben il 38% si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.
“Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro. – conclude il Filippi -. Torniamo a ribadire la necessità di lavorare ad accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.