The Edible Planet Summit: Todi e Perugia capitali mondiali del cibo

Antonino Ruggiano, sindaco di Todi

Todi e Perugia, dal 16 al 19 settembre, saranno teatro di The Edible Planet Summit, incontro a livello planetario sul cibo, ideato da Sharon Cittone, fondatrice e ceo di Edible Planet Ventures, piattaforma olistica in cui gli stakeholder della catena alimentare mondiale possono condividere risorse, best practice e know-how.

Approderanno in Umbria più di 150 esperti internazionali e, nei tre giorni dell’evento, definiranno strategie e linee guida concrete per portare l’attuale sistema alimentare verso un modello maggiormente sostenibile. A Todi e a Perugia ci saranno rappresentanti dell’industria alimentare e dell’agricoltura, anche dei Paesi in via di sviluppo. E ancora: Ong, la Fao, influencer e politici, investitori e ricercatori accademici.

Si parlerà di Innovazione AgTech, i nuovi sistemi agricoli, ingredienti e prodotti alternativi, salute e nutrizione, sistemi alimentari circolari e rinnovamento della politica.

L’iniziativa andrà a coinvolgere tutta l’Umbria: gli attori locali dell’agrifood proporranno visite agli ospiti delle realtà produttive della regione. Parteciperanno naturalmente anche le istituzioni. Così il sindaco di Todi, Antonino Ruggiano: “Fin dai primi contatti, avviati ormai un anno fa, si è lavorato per dare forma ad un progetto in grado di coinvolgere, oltre ai massimi livelli nazionali, tutta l’Umbria, a partire dalla Regione, dall’Università degli Studi, da Sviluppumbria, dal Parco 3A, dalle organizzazioni di categoria e dalle imprese che sono la vera linfa dell’agroalimentare regionale”.

“Oggi, un numero sempre maggiore di persone abbraccia nuove modalità di consumo, rendendosi garante della transizione verso un nuovo paradigma economico e culturale”, dichiara Sharon Cittone, secondo Forbes una delle donne più potenti al mondo che plasmeranno il futuro del cibo. E aggiunge: “Questa mobilitazione porta con sé l’idea di un sistema alimentare radicalmente diverso rispetto a quello attuale. Un sistema che rigeneri il pianeta, che restituisca alle persone la loro dignità e promuova la salute di tutti. Innovare è importantissimo e non è semplicemente l’innovazione del prodotto, ma di tutto il processo agroalimentare, dalla trasformazione a livello di logistica al packaging, a quelle che sono le grandi sfide climatiche”.

The Edible Planet Summit coinvolgerà i partecipanti in incontri one-to-one, attività di co-design, workshop, networking e esperienze immersive. Ci saranno tavoli di lavoro divisi per tema, circa una ventina, che affronteranno tutti gli aspetti critici della foodchain: dal biotech all’agricoltura rigenerativa, dal food waste a nutrizione e salute, dagli oceani alla food sovereignty. Si cercheranno soluzioni, poi ci sarà un confronto tra i tavoli per evitare i compartimenti stagni. Infine, ci sarà il lavoro di sintesi e la realizzazione della Edible Planet Charter, un documento di idee concrete.

“In questo momento stiamo semplicemente seguendo dei trend”, specifica Cittone, “ma questi trend hanno delle problematiche che vanno sviscerate attraverso strategie di breve termine che possano fare da ponte alle visioni dell’Agenda 2030. Il summit è un evento molto diverso dagli altri, senza conferenze e relatori è piuttosto una co-design con decision maker per ricreare e trasformare il futuro del cibo e individuare soluzioni innovative in campo agroalimentare. Abbiamo bisogno di dialoghi, non di monologhi, dobbiamo cambiare le nostre azioni, costruire relazioni profonde e supportare gli sforzi reciproci. La nostra sarà una Carta non di principi, sui quali tutti siamo d’accordo, ma di linee guida concrete per mettere in campo già dal giorno successivo il cambiamento che tutti auspichiamo”.

“L’Umbria – conclude Cittone – è stata la scelta ovvia per un incontro incentrato sul passato, presente e futuro del sistema alimentare. C’è un rapporto così forte con le tradizioni e un reale desiderio di onorarle, ma allo stesso tempo vi è anche un occhio attento verso il futuro e verso le possibilità che questo può offrire all’ecosistema alimentare. È un luogo per riflettere ed entrare in contatto con la natura, per tornare alle basi e costruire un domani migliore. Un luogo ricco di cultura e tradizione, ma soprattutto di eccellenze che, sotto la luce dei riflettori, farà mostra del suo straordinario fascino e delle qualità che lo rendono il posto ideale per seminare il futuro del cibo e per offrire alla start up del settore un vero e proprio hub globale per la food innovation, una sorta di Silicon Valley del comparto, che in Italia ancora manca”.

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