La Toscana brucia, Coldiretti chiede lo stato di calamità

incendio

Nella Toscana che brucia, ad andare in cenere non sono solo i boschi, ma anche le coltivazioni, con le  produzioni già ridotte di un terzo (stima il Crea) a causa della siccità.

Dopo il grande rogo che ha divorato 900 ettari di boschi e coltivazioni, tra cui 500 olivi secolari e vigne, sulle colline tra Massarosa e Camaiore, in Versilia, quasi il doppio di tutti gli ettari bruciati in sei mesi (549 ettari), è l’incendio di Cinigiano, nella provincia di Grosseto, a preoccupare ora gli agricoltori, Coldiretti Toscana chiede alla Regione di “verificare l’opportunità di aprire la procedura relativa alla calamità naturale”. Questa la richiesta avanzata dal presidente Fabrizio Filippi alla vice presidente della Regione Stefania Saccardi, mediante la segnalazione ad Artea, così come fatto per la siccità, per i territori interessati da questi eventi straordinari a partire dal mese di luglio.

Le risorse

Visto il carattere straordinario degli incendi boschivi che stanno martoriando le campagne toscane, Filippi chiede di attingere risorse dal Fondo di solidarietà nazionale previsto dalla legge 102/2004 e dalla misura 5.2 specifica per consentire il ripristino del potenziale produttivo danneggiato. La procedura è la stessa attività per l’emergenza siccità attraverso le segnalazioni sul portale di Artea.

“Come se non bastasse, in questa pazza estate dove la pioggia è diventata un miraggio con i corsi d’acqua in secca ed i terreni arsi dal sole, gli incendi rappresentano un ulteriore elemento di criticità per il patrimonio agricolo e per il turismo rurale. – spiega il Presidente di Coldiretti Toscana – Non possiamo lasciare da sole le imprese agricole e gli agriturismi che si sono viste bruciare i raccolti, danneggiare strutture e fuggire i turisti”.

Il piano invasi

Per Coldiretti Toscana il piano invasi, presentato insieme ad ANBI, è utile non solo per raccogliere l’acqua piovana e distribuirla durante i mesi più critici, ma per garantire la disponibilità di acqua a distanza utile e così una risposta immediata ed efficace in caso di incendi.

Norme e comportamenti contro gli incendi

Ricordando che è in vigore il divieto assoluto di abbruciamenti fino al 31 agosto 2022, Coldiretti invita ad osservare le prescrizioni del regolamento forestale e a rispettare alcune semplici norme di comportamento.

La prima cosa è evitare di accendere fuochi non solo nelle aree boscate, ma anche in quelle coltivate o nelle loro vicinanze, mentre nelle aree attrezzate, dove è consentito, occorre controllare costantemente la fiamma e verificare prima di andare via non solo che il fuoco sia spento, ma anche che le braci siano completamente fredde. Soprattutto nelle campagne – precisa Coldiretti Toscana – non gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall’automobile. E nel momento in cui si è scelto il posto dove fermarsi verificare che la marmitta della vettura non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi.

Inoltre – continua l’organizzazione degli agricoltori – non abbandonare mai rifiuti o immondizie nelle zone boscate o in loro prossimità e in particolare, evitare la dispersione nell’ambiente di contenitori sotto pressione (bombolette di gas, deodoranti, vernici, ecc.) che con le elevate temperature potrebbero esplodere o incendiarsi facilmente.

In caso di incendio

Nel caso in cui venga avvistato un incendio – consiglia Coldiretti Toscana – non prendere iniziative autonome, ma occorre mantenersi sempre a favore di vento evitando di farsi accerchiare dalle fiamme per informare tempestivamente le autorità responsabili con i numeri di emergenza disponibili. Dal momento che – conclude Coldiretti Toscana – un elevato numero degli incendi, occorre collaborare con le autorità responsabili per fermare comportamenti sospetti o dolosi favoriti dallo stato di abbandono dei boschi.

Danni economici

Ogni rogo – stima Coldiretti Toscana – costa agli italiani oltre 10mila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate. Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco – precisa Coldiretti Toscana – ci vorranno infatti fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo.

 

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