Inail, tumori della pelle e malattie professionali: presentato il cortometraggio

Nella sede della Direzione regionale Inail della Puglia, oggi è stato presentato “Il Vecchio e il Muro”. Si tratta di un cortometraggio finanziato dall’Istituto, in accordo e collaborazione con Cisl e Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt) di Bari, con in primo piano il dibattito sulla sicurezza e le malattie professionali nel mondo del lavoro.

E’ stato scritto da Antonio Palumbo e Fabio Fanelli, con la regia dello stesso Palumbo e l’attore Paolo Sassanelli nel ruolo del protagonista. Alla presentazione, oltre a Palumbo e Sassanelli, sono intervenuti Giuseppe Gigante, direttore regionale Inail Puglia, Giuseppe Boccuzzi, segretario generale Cisl Bari Bat, Lorenzo Cipriani, responsabile Prevenzione e Sicurezza Inail Puglia, Roberta Lovreglio, past president Lilt Città metropolitana di Bari, Savino Cannone, coordinatore regionale Lilt, Marisa Cataldo, delegata Lilt Città metropolitana di Bari, e Alessandro Piva, produttore esecutivo.

Secondo i dati Inail, nel corso del quinquennio 2016-2020 le denunce di malattie professionali sono cresciute ogni anno, con la sola eccezione del 2020, caratterizzato dall’emergenza Covid-19. Le denunce di tumori lavoro-correlati, in particolare, si attestano in media al 4,41% a livello nazionale e di queste il 4,77% riguardano tumori della pelle, pari allo 0,2% delle denunce complessive. Sempre a livello nazionale, le denunce di malattie della cute e del tessuto sottocutaneo rappresentano in media lo 0,7% del totale delle denunce. In Puglia i dati sono contrastanti rispetto a quelli nazionali. Le denunce di tumori, infatti, rappresentano il 7,93% delle denunce complessive (+3,52% rispetto alla media nazionale) e quelle relative ai tumori della pelle sono pari al 2,55% delle denunce di tumori di origine professionale (-2,22%), mentre le malattie della cute e del tessuto sottocutaneo si attestano allo 0,43% delle denunce complessive.

L’analisi dei dati evidenzia una scarsa consapevolezza tra i lavoratori e le lavoratrici dell’origine lavorativa dei tumori e delle malattie della pelle, in particolare per quelle attività professionali esercitate all’aperto e sotto l’esposizione prolungata dei raggi solari, prime tra tutte agricoltura ed edilizia. Il cortometraggio, le cui riprese inizieranno nei prossimi giorni a Bari, punta a sensibilizzare i lavoratori proprio su questi rischi. La storia di Mimmo, detto “Hemingway”, e del murales che lo ritrae lascia un segno. La pelle di Mimmo, bruciata e mangiata dal sole a causa di anni di duro lavoro nei cantieri stradali in assenza di misure di protezione adeguate, è allegoria della fatica e della sofferenza alle quali si diventa spesso refrattari quando si lavora sotto il sole, anche in una torrida estate pugliese, a distanza ravvicinata dal bitume rovente che appiattisce le strade.

Sarà proprio il murales del quale diventa protagonista, con i suoi colori consunti, scrostati e sbiaditi dal sole e nel quale tutti lo riconoscono, grazie al suo aspetto caratteristico e alla sua notorietà di quartiere, che segnerà una sorta di catarsi per Mimmo. Riconoscendosi in esso, infatti, non si darà pace fino a quando l’artista dell’opera non apporrà una sola, decisiva modifica: un cappellino per schermarlo dai raggi solari. La realizzazione del film mira a sensibilizzare i lavoratori sui rischi derivanti dall’esposizione prolungata ai raggi solari, in particolare nella stagione estiva, aumentando la loro consapevolezza dei rischi per la salute, in particolare tumori e malattie della pelle derivanti dall’esposizione ai raggi solari. Primi destinatari del progetto sono, in particolare, i lavoratori dell’edilizia e dell’agricoltura, ma il corto per la sua qualità narrativa, e per l’impatto emotivo che stimola, si rivolge a tutti i lavoratori.

L’espediente del muro per raccontare la storia di Mimmo non è solo un lavoro cinematografico. Il murales realizzato a Bari per girare il corto, infatti, resterà sul muro, diventando un vero e proprio messaggio permanente di sensibilizzazione sul tema della cura della pelle e della prevenzione, perché, invecchiando e rovinandosi con il tempo e con il sole, restituirà il senso e il messaggio della comunicazione, ossia la necessità di fare prevenzione e di adottare misure di protezione per la pelle.

“Abbiamo accolto con molto entusiasmo questo progetto – ha spiegato Giuseppe Gigante, direttore regionale Inail Puglia – Il poter veicolare i concetti cardine della prevenzione degli infortuni attraverso la potenza delle immagini e una narrazione accattivante, infatti, ci permette di arrivare dritti al cuore e alle menti di chi quella sicurezza sul lavoro la deve pretendere quotidianamente. E ancora di più, ci consente di ampliare il concetto stesso di tutela e di avviare una riflessione profonda sui rischi ambientali e sulla loro immediata ripercussione sulla salute di cittadini e lavoratori”.

Exit mobile version