Il lavoro fisso non piace più

Il lavoro fisso? Al 40 per cento non piace più. Questo risulta dal Microsoft Hybrid Work Report che ha intervistato 31 mila persone in 31 Paesi. Come riporta Sette del Corriere, dal 2021 sono in aumento le dimissioni volontarie nei Paesi industrializzati. Anche l’Italia lancia segnali. Secondo l’agenzia Veneta Lavoro, da gennaio ad aprile 2022, si sono dimessi in 66 mila, 500 al giorno, il 50 per cento in più che nello stesso periodo del 2021. Cgil Lombardia parla di 420 mila licenziamenti nel 2021, quasi il 10 per cento dell’intera forza lavoro della regione.

I millennial e i loro colleghi più giovani “faticano a sentirsi parte del processo decisionale” e “non sono entusiasti del lavoro”. Negli Usa, nel 2021, si sono dimessi 48 milioni di lavoratori, con il record di 4,3 milioni nel mese di gennaio 2022. La maggioranza ha cambiato impiego per lo stipendio migliore. I licenziamenti volontari sono stati il +8 per cento. A contribuire pare essere anche il lavoro flessibile provato durante la pandemia.

Dal report di Microsoft emerge che il 73 per cento gradirebbe lavorare, almeno in parte, da remoto. E che il 63 per cento degli uffici sta facendo il possibile per adattarsi a questo scopo. Un’altra ricerca, People at Work 2022, fa notare come due su tre dei 33 mila intervistati, se costretti a rientrare al lavoro completamente in presenza, lascerebbe il posto occupato.

A questi sentimenti una giornalista americana, Sarah Jaffe, ha dedicato il saggio ‘Il lavoro non ti ama’. Dieci capitoli dedicati a dieci professioni diverse: dalla badante al professore universitario, dall’artista al cooperante. “Lavori che più di altri richiedono amore: presenza senza orari, dedizione, coinvolgimento. Su questa impostazione sentimentale, però, si perdono di vista i diritti, come orari definiti, sicurezza economica, stabilità”.

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