Federvini: tre parole chiave, rilancio, internazionalizzazione e reputazione

Micaela Pallini, presidente Federvini

L’Osservatorio Federvini ha promosso un sondaggio in cui a prevalere sono le preoccupazioni per inflazione e guerra, che sono davanti a disoccupazione e cambiamento climatico. Per reagire tre sono le parole chiave, un vero e proprio fil rouge durante l’Assemblea: rilancio, internazionalizzazione e reputazione. A ciascuna è stato dedicato un panel, a cui hanno partecipato ospiti istituzionali.

Prima dei panel, però, è stata presentato il report realizzato dall’Osservatorio Federvini, in collaborazione con Nomisma e Tradelab. Nei primi 4 mesi del 2022, è cresciuto l’export: +12 per cento per il settore vini, +45 per cento per quello spirits e +4,1 per cento per gli aceti. Il mercato interno non è così in salute e inizia a risentire del peggioramento economico. Le vendite al dettaglio sono in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: -9,6 per cento per i vini, -5 per cento gli spiriti e -4,3 per cento per gli aceti.

Crescono i consumi fuori casa grazie all’allentamento delle restrizioni, ma i valori sono ancora lontani da quelli del 2019.

“E’ un momento di grande incertezza – sintetizza Micaela Pallini, presidente di Federvini – da mesi segnalavamo il peggioramento della situazione e oggi cominciamo a trarne le prime conseguenze. È necessario un confronto aperto e trasparente con il Governo e le filiere produttive: nessun settore si salva da solo. Noi chiediamo interventi di struttura e misure di mercato, in termini di semplificazioni, promozione e supporto a lungo termine per il nostro export”.

Il panel Italia è stato presieduto da Albiera Antinori, presidente del Gruppo Vini di Federvini, e si è concentrato sulle proposte di rilancio necessario. Secondo Federvini, ci sono questioni normative non più rinviabili, bisogna snellire gli oneri burocratici e servono incentivi fiscali. Tutto questo per migliorare la competitività delle aziende italiane sul mercato estero. Sono intervenuti i sottosegretari alle Politiche Agricole e agli Affari esteri Gian Marco Centinaio e Manlio Di Stefano e il capogruppo Fl in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, Raffaele Nevi.

La presidente Antinori sottolinea: “Sulle semplificazioni possiamo fare molte cose. Due esempi? In Italia dovremmo completare il processo di digitalizzazione del settore vino, collegando lo schedario viticolo al registro telematico. In Europa occorre completare l’armonizzazione del mercato interno sulle vendite a distanza, oggi rese difficoltose dagli adempimenti burocratici in essere che rendono davvero complicato il commercio elettronico dei nostri prodotti. L’altro punto è spingere ancora di più sul tema promozione, con un migliore coordinamento nazionale e focalizzando meglio gli investimenti sui mercati per noi chiave”.

Nel panel presieduto dal presidente del Gruppo Spiriti di Federvini, Giuseppe D’Avino, sono stati affrontati i temi della sostenibilità. Sono intervenuti il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, il presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, Filippo Gallinella, l’europarlamentare Paolo De Castro ed Elisabetta Bernardi, nutrizionista, biologa con specializzazione in Scienza dell’Alimentazione. Alla luce delle recenti iniziative delle Organizzazioni internazionali, quali l’Oms, e delle autorità regolative, quali la Commissione europea con i piani Green Deal, strategia From Farm to Fork e il Piano europeo di lotta contro il cancro, la Federazione ha voluto sollecitare un messaggio di azione da parte del mondo delle Istituzioni contro la demonizzazione dei comparti rappresentati, per valorizzare un modello di consumo mediterraneo e promuovere produzioni di qualità connesse alla cultura del Made in Italy.

“La lotta contro ogni forma di abuso dei nostri prodotti deve abbinarsi con la difesa di un consumo moderato e responsabile, in linea con la tradizione italiana basata sulla dieta mediterranea e su uno stile di vita improntato alla sana socialità e convivialità – dichiara il presidente Giuseppe D’Avino – È necessario che su questo fronte il Governo e il sistema Paese facciano quadrato. Purtroppo, non mancano proposte demonizzanti e radicali che puntano a colpire indiscriminatamente i nostri prodotti, attraverso l’apposizione di messaggi terrorizzanti in etichetta, forme di tassazione ancora più elevate e divieti di promozione, tutte misure che arrecherebbero gravi danni ai nostri prodotti e ai nostri territori, già provati dalle crisi di questi anni, senza apportare consistenti benefici alla lotta contro l’abuso, che resta il nostro obiettivo primario”.

Il panel Europa, infine, è stato presieduto da Giacomo Ponti, presidente del Gruppo Aceti di Federvini. Sono intervenuti il sottosegretario agli Affari europei, Vincenzo Amendola, il presidente della Commissione politiche dell’Ue al Senato Dario Stefano. Il dibattito è stato incentrato sul tema della difesa del patrimonio enogastronomico nostrano dai tentativi internazionali di imitazione e revisione. Si è parlato poi di valorizzazione dei vini italiani che online godono di un ottimo posizionamento e che quindi necessitano di una semplificazione nelle vendite a distanza e consumatori privati. Serve l’aiuto delle istituzioni per difendere l’interesse nazionale e sviluppare nuove opportunità per le aziende interessate ad accrescere la fidelizzazione del consumatore.

“Riteniamo che la tutela delle indicazioni geografiche debba essere una delle priorità fondamentali del Governo Italiano. Quanto accaduto con il caso Prosek e il caso dell’”aceto balsamico sloveno” ci mostra come, anche in Europa, non manchino attacchi ai nostri prodotti di punta. Ci auguriamo che in tutte le sedi i nostri rappresentanti difendano fermamente questo principio. Sul caso sloveno purtroppo stiamo ancora aspettando che il Governo dia il via libera all’apertura del contenzioso con la Slovenia, che in questi mesi ha già immesso nel mercato prodotti etichettati come “aceto balsamico” conclude il presidente del Gruppo Aceti di Federvini, Giacomo Ponti.

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