Coldiretti Toscana, al momento nessuna emergenza per il grano

Mentre la guerra in Ucraina infuria, crescono le preoccupazioni per gli approvvigionamenti di grano in Europa occidentale. Secondo Coldiretti Toscana al momento non si registra alcuna emergenza scorte in regione, visto che il prossimo raccolto è ormai alle porte e si preannuncia positivo. In Toscana, secondo le intenzioni di semina Istat che però risalgono a prima del conflitto, gli agricoltori coltiveranno 1,4% in più di grano duro ed il 12,1% di orzo ma il 4,4% in meno di grano tenero, il 7% di mais ed il 4,5 di avena. Intanto però le quotazioni del grano sono cresciute del 35% a soli tre mesi dall’inizio dell’invasione, generando inflazione e nei paesi più poveri anche rischio di carestie.

Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana, ha precisato che “attraverso la stipulazione di contratti di filiera, entro tre anni ci avvieremo verso il raggiungimento dell’autosufficienza nella produzione dei cereali e quindi anche di grano duro per produrre la pasta. Se oggi ci troviamo in questa situazione di forte dipendenza è perché la grande distribuzione organizzata, per pura convenienza economica, lo ha acquistato dall’estero spingendo gli agricoltori italiani a smettere di coltivarlo. In Toscana e in tutta Italia ci sono terreni che possono consentirci di aumentare la produzione interna e aziende pronte a seminare”.

Solo così possiamo difenderci dalle speculazioni, dice. Per Filippi il sistema paese deve puntare su grano a chilometri zero, sostenibile e sicuro, così come sul mais locale per non essere più costretti a razionare l’alimentazione del bestiame come sta succedendo in queste settimane. “Lo sblocco di 60mila ettari di terreni nella nostra regione da parte della UE, che potenzialmente potrebbero garantire 1,5 milioni di quintali di cereali in più, è un primo passo anche se è ancora presto per capire se sarà sufficiente. È necessario pagare agli agricoltori il prezzo giusto, che non può essere inferiore o uguale ai costi che sostiene”.

L’accordo siglato nel 2019 tra Filiera Agricola Italiana e Pastificio Fabianelli di Castiglione Fiorentino, dove si instaura una filiera toscana della pasta usando grano duro della Valdichiana, dimostra che gli accordi di filiera invocati da Coldiretti tra agricoltura ed industria sono la scelta giusta. “L’obiettivo era produrre una pasta 100% toscana dal campo alla tavola” dice il Presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci. “In appena tre anni le superfici a grano duro nei comuni della Valdichiana coltivate con la finalità di garantire il rifornimento al pastificio nell’ambito dell’accordo sono aumentate del 39%, passando da poco meno di 4 mila ettari a circa 5.500 ettari”.

Nel resto della Toscana però le superfici in dieci anni si sono dimezzate: oggi si producono circa 1,7 milioni di quintali di grano duro e poco meno di 1 milione di grano tenero. Lo stesso per il mais: in Toscana le superfici destinate sono poco più di 11 mila ettari contro i 63 mila del 1982. Le cause? Gli ungulati che negli ultimi anni sono cresciuti a dismisura, il raddoppio dei costi delle semine per la produzione di grano, i rincari dii mezzi agricoli, fitosanitari e fertilizzanti. I costi di produzione delle imprese sono schizzati, con punte fino a 47mila euro per le stalle da latte e 99mila per gli allevamenti avicoli mettendo a rischio 5.000 imprese agricole toscane.

Per l’Unione Europea il livello di autosufficienza delle produzione comunitaria varia dall’82% per il grano duro destinato alla pasta al 93% per i mais destinato all’alimentazione animale fino al 142% per quello tenero destinato alla panificazione. “Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione” dice il Presidente della principale associazione che si occupa di agricoltura “ma è anche necessario investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, e da questo punto di vista la Toscana si è finalmente mossa”.

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