Kantar’s BrandZ Top 30 Italian brands: successo del Made in Italy

Cresce del 12 per cento, nell’ultimo anno, il valore dei brand della classifica Kantar’s BrandZ Top 30 Italian brands’. Ha così raggiunto i 128,7 miliardi di dollari, con una crescita doppia rispetto a quella del Pil nostrano (6,5 per cento). Nell’ultimo quadriennio, i brand italiani sono cresciuti addirittura del 51 per cento.

Troviamo brand di lusso come Ferrari al numero 5, Ferrero Rocher al numero 11 Pirelli al numero 16. Contrariamente al resto del mondo, l’Italia ha vissuto lo scorso anno come un momento brillante a livello internazionale. The Economist l’ha eletta Paese dell’anno. Italia trainata dal Made in Italy. Otto brand di lusso del nostro Paese rappresentano il 44 per cento del totale della Top 30, pari a 57,2 miliardi di dollari. Le marche del lusso creano una crescita maggiore anno dopo anno (più di 9 miliardi di dollari), con Bulgari, Fendi e Prada che hanno segnato durante l’ultimo anno una crescita importante del valore del brand.

Fendi è quello che è cresciuto di più, del 47 per cento (4,7 miliardi di dollari) grazie a prodotti iconici e vintage della collezione Fendace, mash-up frutto della collaborazione con Versace. Per il quarto anno consecutivo, Gucci ha tenuto la prima posizione come brand italiano di maggior valore, pari a 37,9 miliardi di dollari. Al secondo posto c’è Enel, con un valore di 12,6 miliardi di dollari. Versace è l’unico newcomer quest’anno (+81 per cento nel primo semestre del 2021).

Federico Capecimanaging director di Kantar Italia, Grecia ed Israele – invita i brand italiani a non dimenticare il ruolo che la comunicazione gioca nel mantenerle forti e prestigiose: “Eccellere con prodotti innovativi e una superba brand experience non sono più elementi sufficienti per garantirsi il successo. I brand devono aprirsi ai nuovi valori dei consumatori, più propensi ad acquistare da marche in linea con le proprie idee e convinzioni. Questi ultimi, infatti, non pensano più solo a come i prodotti sono stati realizzati, ma da chi, in quali condizioni, e se le materie prime sono sostenibili. Il brand Gucci, per esempio, ha affrontato questa sfida a testa alta: non promuove solo tessuti, pelletteria e pietre preziose, ma dimostra anche impegno e autenticità”.

“La nostra analisi mostra che l’exposure è una delle maggiori leve di crescita dei brand; ma le marche stanno facendo abbastanza per dimostrare chiaramente che i loro prodotti e servizi soddisfino le esigenze di un consumatore più coscienzioso con contenuti convincenti?“, ha continuato. “Poiché il prestigio che i brand italiani acquisiscono attraverso le esportazioni all’estero rischia di essere impattato dall’instabilità, dall’inflazione e dall’aumento dei costi delle materie prime, vi è una maggiore necessità da parte dei brand che i consumatori comprendano correttamente il loro vero valore“.

Kantar segnala come Kinder sia cresciuto del 10 per cento nell’ultimo anno, beneficiando della domanda di comfort food nelle abitazioni durante la pandemia. Cresciuti pure Barilla e Ferrero Rocher, sempre grazie allo stesso meccanismo.

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