Pensioni Marche: più basse della media nazionale, diseguaglianze territoriali

L’Inps delle Marche attualmente eroga 540 mila prestazioni pensionistiche e assistenziali. Di queste, 298 mila sono di vecchiaia (55,3 per cento del totale), 29 mila di invalidità (5,5 per cento), 114 mila ai superstiti (21,2 per cento), 14 mila pensioni/assegni sociali (2,6 per cento) e 83 mila a invalidi civili (15,4 per cento). I dati dell’Inps 2022 sono stati elaborati dalla Cgil Marche.

Dall’entrata in vigore della legge Fornero, si è alzata l’età dei pensionati. È evidente soprattutto per chi è stato lavoratore dipendente: dal 2012 a oggi, gli under 65 sono passati dal 16,8 all’11,3 per cento del totale, gli over 80 dal 29,1 al 38,8 per cento.

L’importo medio delle pensioni è di 828 euro lordi: i valori medi oscillano tra 1.073 euro per le pensioni di vecchiaia e 446 euro per pensioni e assegni sociali. Sono valori ben al di sotto di quelli nazionali: -124 euro lordi mensili. L’importo delle pensioni di vecchiaia per i lavoratori dipendenti nelle Marche è di 1.201 euro, -275 euro mensili rispetto alla media nazionale e -363 euro rispetto alla media del Centro Italia. Differenza ci sono anche tra i vari territori delle Marche: le pensioni di vecchiaia dei lavoratori dipendenti ammontano a 1.327 euro lordi medi nella provincia di Pesaro Urbino, a 1.317 euro a Macerata e Ascoli Piceno, a 1.180 nella provincia di Fermo, e a 1.067 euro ad Ancona.

Differenza importante anche tra uomini e donne. I primi percepiscono 1.326 euro lordi, le donne 767 euro, ovvero mediamente 559 euro in meno ogni mese; la differenza per le pensionate ex lavoratrici dipendenti arriva addirittura a -712 euro mensili. Nelle Marche 338 mila prestazioni pensionistiche, pari al 62,6% del totale, sono inferiori a 750 euro al mese (58,4% la media nazionale): dunque, 2 pensionati su 3 percepiscono un importo che non consente loro di superare la soglia della povertà. Gli uomini con pensioni fino a 750 euro sono il 43,8 per cento, le donne il 76,6 per cento.

Marco Amichetti, Ires Cgil Marche, sottolinea che “l’elevata incidenza di pensioni con bassi importi favorisce la crescita delle diseguaglianze, soprattutto in un contesto come quello italiano dove la famiglia rappresenta uno dei principali fornitori di welfare”.

Secondo Elio Cerri, segretario generale Spi Cgil Marche, “emerge che, negli ultimi quindici anni, la popolazione ha attraversato varie fasi che hanno pesato sulla condizione sociale ed in modo particolare su quella salariale e pensionistica. Infatti, l’impennata dei prezzi e prima ancora la crisi economica e la pandemia e oggi la guerra hanno messo in difficoltà molte famiglie. Per questo, lo Spi Cgil propone, oltre al contrasto alla precarietà e alla riforma delle pensioni, l’innalzamento e l’estensione dei benefici della quattordicesima”.

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