Si chiama Panel Audiwine ed è un progetto nato dalla partnership tra Wine Meridian e UniExportManager, curato da Alessandro Satin. L’obiettivo è l’analisi dei cambiamenti dei mercati vinicoli internazionali sentendo direttamente gli export manager del settore. Viene fornito un questionario mensile e si ottengono così non solo i dati, ma anche le considerazioni.
Si può avere un riscontro relativamente agli andamenti dei volumi, alle variazioni dei prezzi medi e dei quantitativi, alle trasferte sui mercato esteri, agli eventi B2B, alle degustazioni online con i clienti, ai mercati più attivi. Oggi andiamo a esaminare dunque i dati di marzo 2022. Rispetto al mese precedente, aumenta di più del 30 per cento il numero di export manager che registrano una crescita dell’attività, il 78,9 per cento del campione rispetto al 47,8 per cento di febbraio e al 37,5 per cento di gennaio. Diminuisce ulteriormente la percentuale di professionisti che hanno invece una flessione della propria attività (-21 per cento): dal 26 al 5 per cento da febbraio a marzo.
Per i volumi mossi, aumenta il numero di chi ha visto un incremento (+5 per cento): dal 48 per cento di febbraio siamo al 53 per cento a marzo. Cala il numero di chi afferma di aver mosso volumi inferiori (10,5 per cento, erano il 26 per cento a febbraio).
Tornano positivi i risultati dei nuovi clienti B2B e dei contatti con potenziali acquirenti: il 53 per cento dice di aver nuovi clienti B2B nel mese di marzo, a febbraio eravamo al 30 per cento. Diminuisce (-23 per cento) il numero di manager che dichiara di non aver attivato alcun cliente B2B: dal 70 per cento di febbraio al 47 per cento di marzo. Scende leggermente il dato dei contatti con potenziali acquirenti: dal 96 al 94 per cento.
Aumenta del 20 per cento il dato sui nuovi inserimenti Sku su clienti che già acquistavano: il 72 per cento risponde in modo positivo, il mese precedente eravamo al 52 per cento. A marzo, la ricerca dei prezzi medi più alti da parte dei clienti è calata del 15,5 per cento, dal 26 per cento di febbraio al 10,5 per cento di marzo. La maggior parte non ha ricercato variazioni di prezzo medio: il 53 contro il 48 per cento di febbraio. La ricerca di prezzi medi più bassi è invece cresciuta, dal 26 per cento di febbraio al 37 per cento di marzo.
Per quanto riguarda le variazioni nel quantitativo per ordine richiesto dai clienti, i dati sono inferiori (-10%) rispetto al mese precedente. Il 16% degli export manager dichiara che c’è stato un effettivo aumento dei quantitativi, a febbraio erano il 26%. Più di un terzo dei professionisti (37%) dichiara di non aver registrato alcuna variazione rispetto al mese antecedente, erano il 50% il mese precedente.
Chi ha notato una flessione del quantitativo per ordine è in aumento, dal 35 al 47 per cento. Cresce del 2 per cento il numero di chi dice di essere andato all’estero nell’ultimo mese: a febbraio la percentuale era del 30 per cento. La maggior parte, 68 per cento, non si è recato all’estero. Per le trasferte dei prossimi tre mesi, -6,5 per cento rispetto a febbraio (95,5 per cento).
In leggera flessione l’utilizzo di strumenti online: a febbraio gli export manager che avevano partecipato ad almeno un evento rilevante B2B online erano il 30 per cento, a marzo il 26 per cento. Il 74 per cento non ha partecipato contro il 65 per cento di febbraio.
Vediamo ora le degustazioni online con clienti e potenziali tali: siamo al 32 per cento come a febbraio. Il 68 per cento del campione non ha partecipato ad alcuna degustazione online. La percezione degli export manager rispetto all’andamento dei prossimi 3 mesi è leggermente più positiva rispetto ai dati rilevati a febbraio 2022. In febbraio il 35% si dichiarava ottimista, a marzo questo dato si attesta al 37%. In diminuzione i pessimisti, che rappresentano il 10,5% del totale, mentre la maggior parte degli intervistati (42%) prevede che la situazione rimarrà stabile nei prossimi 3 mesi, erano il 13% nel mese precedente. Chi non sa come saranno i prossimi tre mesi passa dal 22 al 10,5 per cento.
I mercati apparsi più attivi sono Nord America, Europa Centrale e Scandinavia. Ma quelli in cui c’è stato un maggior sviluppo delle attività commerciali sono nell’ordine Stati Uniti e Nord Europa. Poi la Germania e il Canada.