Abruzzo: presentato accordo Confindustria-Intesa San Paolo

Ranalli-Monceri-Fracassi

Lo scorso 16 marzo, a Pescara, si è svolta la tappa abruzzese del roadshow di presentazione dell’accordo tra Confindustria e Intesa Sanpaolo per far crescere le imprese. Vengono messi a disposizione 2,6 miliardi di euro per le imprese abruzzesi sui 150 miliardi di disponibilità nazionale. Si dovrà puntare su tre driver: competitività, innovazione e sostenibilità, in coerenza con il Pnrr.

I lavori sono stati aperti dal presidente di Confindustria Abruzzo, Marco Fracassi, e dal numero uno della Piccola industria Confindustria Abruzzo, Giuseppe Ranalli. Poi è arrivata la disamina di Fabrizio Guelpa, responsabile Industry&Banking Research Direzione studi e ricerche Intesa Sanpaolo. A illustrare i contenuti dell’accordo e le prime iniziative il direttore regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo, Pierluigi Monceri; ad approfondire le tematiche, in una tavola rotonda, Lorenzo Dattoli (presidente Confindustria Teramo), Paolo Musso (Direttore commerciale Imprese Lazio e Abruzzo Intesa Sanpaolo), Silvano Pagliuca (presidente Confindustria Chieti Pescara) e Riccardo Podda (presidente Confindustria L’Aquila-Abruzzo Interno).

L’accordo presentato ha durata triennale ed è stato firmato lo scorso ottobre da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, e Carlo Messina, consigliere delegato e ceo di Intesa San Paolo. Al centro dell’intesa ci sono iniziative a supporto delle aziende per digitalizzazione e innovazione, rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale, potenziamento delle filiere e sostenibilità.

“Il nostro Gruppo conferma e rafforza l’attenzione nei confronti del tessuto produttivo abruzzese mettendo in campo importanti risorse per le imprese locali, nell’ambito del plafond nazionale di 150 miliardi di euro, e rinnovando l’azione congiunta con Confindustria – ha sottolineato Pierluigi Monceri, Direttore regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo – Le imprese regionali hanno mostrato capacità di resilienza durante i periodi più duri della pandemia, oggi siamo al loro fianco per fare fronte ad uno scenario nuovamente incerto e dare vita ad un’economia strutturalmente più robusta, sostenendone gli investimenti verso la transizione ambientale e digitale e valorizzando i rapporti di filiera. Gli elementi alla base di questo accordo rientrano nell’ambito del nostro impegno complessivo ad attivare, nell’arco del Pnrr, erogazioni a medio-lungo termine per oltre 410 miliardi di euro, di cui 120 destinati alle Pmi”.

“Il contesto non è facile – ha affermato Marco Fracassi, presidente di Confindustria Abruzzo- Dopo due anni di pandemia che hanno messo a dura prova le imprese, ora viviamo una nuova fase critica legata ai rincari delle materie prime e all’aumento esponenziale dei prezzi energetici, accentuati dal drammatico conflitto russo-ucraino. In questo quadro, bisogna salvaguardare la ripresa promuovendo investimenti negli ambiti di digitalizzazione e innovazione, rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale, potenziamento delle filiere e sostenibilità: fondamentali e attualissimi temi oggetto dell’Accordo con cui le nostre imprese devono necessariamente confrontarsi. Il nuovo Accordo tra Intesa Sanpaolo e Confindustria rappresenta pertanto un ulteriore passo nella giusta direzione per aiutare le imprese nella transizione digitale e green per uno sviluppo sostenibile. Questi obiettivi in Abruzzo assumono un significato particolare a causa delle note criticità strutturali delle nostre imprese e quindi l’auspicio è che gli effetti positivi dell’Accordo siano rilevanti e in grado di rispondere alle reali esigenze delle imprese”.

Per Giuseppe Ranalli, presidente Piccola Industria Confindustria Abruzzo “le Pmi abruzzesi potranno avvalersi di questo importante impianto di accesso al credito per continuare a lavorare su driver di crescita come la ricerca e l’innovazione tecnologica per impianti e processi. Filiere e sostenibilità sono al centro della nostra attività associativa e in esse ravvisiamo il nostro possibile futuro come Piccole Imprese in grado di mettere a sistema conoscenze e sapere con le grandi. La guerra sta accelerando purtroppo un processo che era già in atto: la frenata della ripresa economica evidenziata da settembre, la mancanza di una strategia di politica energetica che risale a decenni fa e riforme ferme da trent’anni, assieme allo shortage di materie prime. Solo facendo sistema tra imprese e istituzioni economiche e sociali potremo superare questo momento drammatico della nostra storia. Ringrazio Intesa Sanpaolo per la sua grande capacità di coinvolgimento di tutti gli stake holders sul territorio, che da anni permette la realizzazione di importanti iniziative a favore delle imprese”.

Confindustria e Intesa Sanpaolo collaborano dal 2009, da quando sono stati sottoscritti diversi accordi. Iniziative congiunte che hanno supportato decine di migliaia di imprese con credito per oltre 200 miliardi di euro.

Intesa Sanpaolo ha reso noto un report sull’economia abruzzese e non solo. Per il 2022, prima che esplodesse il conflitto in Ucraina, si stima una crescita per l’Italia del 4,3 per cento. Il Pil abruzzese, prima della pandemia, era al di sotto rispetto alle crisi precedenti del 2008 e del 2012. Stava dando segnali di ripresa, soprattutto nel manifatturiero. Nel 2021, sui mercati esteri, si erano messi in evidenza meccanica (che ha recuperato completamente i valori esportati nel 2019) e soprattutto la farmaceutica (che ha raddoppiato l’export tra 2019 e 2021), l’agroalimentare e gli intermedi (gomma, plastica e chimica), l’elettronica.

Sui mercati esteri, l’’economia abruzzese ha un’esposizione limitata nei confronti di Russia e Ucraina: nel 2021 le esportazioni sono stati pari a 124 milioni di euro (89 Russia; 35 Ucraina), pari al 1,4% del totale. I valori esportati sono quasi dimezzati rispetto al 2014, quando superavano i 230 milioni di euro. In alcuni settori come sistema moda e mobili l’incidenza dell’export abruzzese verso Russia e Ucraina è superiore alla media nazionale ma resta comunque su livelli molto bassi. Il peso del turismo russo in Abruzzo sul totale presenze turistiche è inferiore alla media italiana (0,3%), ma in regione la presenza del turismo internazionale, già prima della pandemia, era molto bassa (inferiore al 15%).

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