Guerra in Ucraina: impatto significativo sull’economia dell’Umbria

L’impatto sull’economia internazionale dato dalla guerra in Ucraina sarà molto alto. E proprio nel momento in cui era in atto una ripresa economica successiva alla crisi pandemica. Gli scambi commerciali con la Russia subiranno notevoli limitazioni, i prezzi dei principali beni importati potrebbero subire incrementi importanti. La riduzione delle esportazioni verso Mosca avrà un impatto negativo sui prodotti e servizi non stoccabili all’inizio e poi su quelli per quelli su cui, raggiunta la massima capacità di immagazzinaggio, sarà necessario limitare o proprio sospendere. E ancora: aumenteranno i costi di produzione, legati in qualche modo al prezzo delle materie prime importate.

L’Aur ha deciso di andare a vedere quale potrà essere la situazione in Umbria. Lo shock economico che si va delineando riguarda la contrazione della domanda estera di alcuni tipi di materie prime (lato offerta). Il modello utilizzato è di equilibrio economico generale computabile (Cge), basato sulla matrice contabilità sociale (Sam) costruita sulla regione Umbria.

Il valore delle esportazioni verso la Russia è concentrato nei prodotti di manifattura e, in misura minore, su quelli agricoli. Nel 2020, l’export dell’Umbria verso Mosca è stato l’1,52 per cento dell’export italiano; con riferimento all’Ucraina è stato pari allo 0,67 per cento delle esportazioni italiane. Considerato l’export totale dell’Umbria nel 2020, il 2,83 per cento è stato verso la Russia, lo 0,30 per cento verso l’Ucraina.

Altro aspetto da tenere presente è l’impatto economico legato all’andamento dei prezzi dei prodotti energetici. Gli istituti di ricerca internazionali stimano percentuali di variazione oltre il 20 per cento nel 2022 per il prezzo del petrolio e del gas importati. Ci sarà quindi un aumento dei costi legati all’acquisto di beni intermedi e un incremento della spesa finale delle famiglie per il consumo diretto di energia, il che porterà ad avere poi minori capacità di spesa per gli altri prodotti.

Possiamo osservare come l’impatto dello shock composto domanda e offerta costerà al sistema Umbria almeno lo 0,7% in termini di minore Pil annuo. In realtà la perdita di Pil sarà anche superiore a questa soglia minima (da considerare infatti le esportazioni indirette con subfornitura a Paesi terzi che poi esportano in Russia). In conclusione, la guerra in Ucraina per l’Umbria rappresenta un danno significativo, tanto più che nel 2019 la regione era 14 punti percentuali di Pil sotto il livello precedente alla grande recessione del 2009, senza tralasciare poi la successiva recessione dovuta alla pandemia del 2020, non ancora superata del tutto.

L’Umbria troverà allora ancora più difficoltà a superare il grave arretramento economico che è iniziato due decenni fa. Le risorse pubbliche, Pnrr e non solo, dovranno essere spese con una tempistica e qualità adeguate alla gravità della situazione, da determinare un elevato moltiplicatore per la crescita economica.

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