Allevamenti in agonia, Confagricoltura Piacenza in allarme

I rincari drastici di materie prime, energia e imballaggi stanno mettendo in ginocchio le aziende di tutta Italia. Confagricoltura Piacenza sta ricevendo dall’inizio dell’anno numerose richieste di aiuto da parte degli associati costretti ormai a produrre in perdita. Energia elettrica, gasolio, fertilizzanti e agrofarmaci, soprattutto concimi azotati e fosfatici, sono sempre più cari e per di più difficilmente reperibili dall’estero a causa delle tensioni internazionali, inoltre gli stabilimenti locali di fertilizzanti a base di urea hanno dovuto sospendere l’attività.

Secondo il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, il caro energia ha prodotto due conseguenze nefaste: ha fatto schizzare in alto i costi di produzione e fatto aumentare il numero delle imprese di trasformazione che riducono o bloccano il normale ciclo di lavorazione. Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza, parla di allevamenti sotto scacco e di imprenditori nell’impossibilità di agire. I numeri sono drammatici: solo nel biennio 2020-2021 nella provincia di Piacenza hanno chiuso 23 allevamenti bovini e 6 allevamenti suini.

“Nel bel mezzo di una pandemia – prosegue Gasparini – diventa obbligatorio coprire le vasche dei reflui per emettere meno gas serra. Gli animali selvatici contaminano i campi e portano la zoonosi nelle stalle, costringendo gli operatori ad abbattere i capi”. La cosiddetta peste suina infatti si è estesa con facilità ai cinghiali, i quali si riproducono molto e si introducono con facilità negli allevamenti. “Le norme che vengono emanate sono dannose per le aziende, viviamo un dramma quotidiano senza che nessuno se ne renda conto. Non possiamo limitare i costi, i Psr non sono nemmeno più orientati al benessere animale ma all’ambientalismo. Il lavoro ha totalmente perso l’etica della fatica, la produttività non è più considerata un valore”.

Insomma gli allevatori e i loro rappresentanti hanno perso fiducia nei trattati europei, nei trattati di commercio mondiali e nella PAC come strumenti di equilibrio dei prezzi e dei mercati. Si percepisce un paese allo sbando che non tutela lavoratori e imprenditori. “Queste norme che causano la chiusura delle aziende hanno dei responsabili in Italia e in Europa: bisogna cambiare o le imprese verranno azzerate” conclude il presidente di Confagricoltura Piacenza.

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