Coldiretti Bio: la presidente è Maria Letizia Gardoni

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È nata Coldiretti Bio, che in Italia può far conto su un valore di 7,5 miliardi di euro tra consumi interni ed export. La presidente è Maria Letizia Gardoni, classe 1988, giovane imprenditrice, che ha un’azienda di ortofrutta bio a Osimo, in provincia di Ancona. Laureata in Scienze e tecnologie agrarie all’Università Politecnica delle Marche, è stata delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa ed è attualmente presidente di Coldiretti Marche e membro della giunta nazionale di Coldiretti.

“Con 70mila produttori siamo il Paese leader in Europa per numero di imprese impegnate nel biologico e che vanta ancora ampie opportunità di crescita economica ed occupazionale. La nascita di Coldiretti Bio sancisce un’attenzione che Coldiretti ha sempre dimostrato nei confronti di un’agricoltura in linea con gli indirizzi europei di sostenibilità e complementare all’agricoltura tradizionale del nostro Paese. Campagna Amica sarà per noi il primo strumento di promozione del biologico italiano che saprà garantire tracciabilità, identità e riconoscibilità del marchio” spiega Maria Letizia Gardoni.

Negli ultimi dieci anni, fa sapere Coldiretti, le vendite di bio sono più che raddoppiate (+122 per cento) secondo i dati di Biobank. È aumentata anche l’ampiezza dei terreni coltivati, 2 milioni di ettari, il che dà una spinta decisiva per il raggiungimento degli obiettivi europei di Farm to Fork del New Green Deal, ossia avere almeno un campo su quattro bio (il 25 per cento). “Un obiettivo strategico per raggiungere il quale è importante l’approvazione del disegno di legge sull’agricoltura biologica”.

Il 64 per cento degli italiani acquista bio, perciò è necessario introdurre un marchio per il bio italiano. Serve piena informazione sulla provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti con una delega del Governo per rivedere la normativa sui controlli e garantire l’autonomia degli enti di certificazione. “I cibi e le bevande stranieri sono sei volte più pericolose di quelli Made in Italy, con il numero di prodotti agroalimentari extracomunitari con residui chimici irregolari che è stato quasi pari al 5,6 per cento rispetto alla media Ue dell’1,3 per cento e ad appena lo 0,9 per cento dell’Italia”: questo dice l’analisi Coldiretti su dati Efsa.

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