Campobasso, Confesercenti Puglia: “Aumenti dei prezzi dei beni, i negozi chiudono”

Benny Campobasso

Durante il mese di gennaio, i beni non alimentari che hanno avuto i maggiori rincari, per l’Istat, sono stati gas naturale e di città +62,5%, energia elettrica +62,1%, altri carburanti per mezzi privati +41,1%, gasolio per riscaldamento +21%, gasolio per mezzi di trasporto +20,2%, benzina +18,9%, apparecchi per la telefonia fissa +17,2%, apparecchi per riscaldamento +16,2%, lezioni di guida, patenti e controllo veicoli +16,1%, pacchetti vacanza nazionali +16%. Tra gli alimentari, i rialzi riguardano invece pesce fresco o refrigerato +5,1%, frutti di mare 8,4%, frutta fresca o refrigerata +5,5%, farina 6,7%, pasta +10%, burro +10,8%, ortaggi +13,5%, oli alimentari (escluso olio d’oliva) +19,9%. I vegetali non si salvano nemmeno se sono surgelati e si collocano in undicesima posizione con +4,3%. La carne più rincarata è quella ovina e caprina (+4,2%) che batte la carne macinata, wurstel, salsicce (al 16° posto con +3,6%), il coniglio e la carne equina (+3,4%) e il pollame (18° con +3,2%). Salgono, ma meno della media dei prodotti alimentari, ferma a +4%, anche l’olio di oliva, al 14° posto con +3,9%, il latte conservato (+3,7%), il pane e lo zucchero (entrambi a +3,6%). Chiudono la top 20 patate (+3,2%), acque minerali (+3%) e riso (+2,9%). Nessuna speculazione sul caffè, che segna un aumento del 2%, la metà rispetto alla media dei prodotti alimentari. Bene anche il latte fresco intero (+1,1%).

Benny Campobasso, vice presidente nazionale di Fismo (Federazione italiana settore moda) e numero uno di Confesercenti Puglia, commenta: “La situazione è drammatica per tutti, cittadini e imprenditori. Anche riuscendo a pagare questo mese, ci chiediamo il prossimo come faremo? Si sta incassando poco perché i saldi non sono andati molto bene, ma i costi di gestione, tra utenze e personale, vanno onorati. Non si sa quanto tempo ancora si riuscirà a rimanere aperti. Dopo due anni di pandemia, chiusure, green pass, green pass rafforzato, siamo al capolinea’.

Confesercenti è al lavoro per interloquire con le istituzioni: “La politica pare non rendersi conto che un’attività commerciale quando chiude, non riapre più perché l’imprenditore non può allinearsi ai tempi del governo che sono fatti di lungaggini burocratiche mentre il Sistema Paese è al tracollo”.

Campobasso si domanda cosa si possa fare: “Il Governo ha il dovere di intervenire deliberando misure strutturali contro il caro energia e non solo perché l’inflazione ed il caro bollette potrebbero ridurre, già dai prossimi mesi, la capacità di spesa delle famiglie schiacciate dal peso dell’emergenza sanitaria e costringere le attività commerciali alla definitiva chiusura. Le saracinesche abbassate, le insegne spente, svuotano le città che diventano facile preda della criminalità organizzata che si rafforza ulteriormente anche con il reclutamento dei tanti giovani e meno giovani che finiscono per strada, licenziati, e vedono nell’affiliazione criminosa una opportunità di sopravvivenza”.

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