Fai-Cisl Trentino: confermata segretaria Katia Negri

Katia Negri è stata confermata segretaria generale della Fai-Cisl Trentino, al termine del VII congresso che si è tenuto a Trento dal titolo ‘RiGenerazione: persona, lavoro, ambiente’. L’associazione conta nel territorio circa 2.600 iscritti. Al fianco di Negri, nella segreteria provinciale, sono stati eletti Ivan Chistè e Florence Offer.

Nella sua relazione, Katia Negri ha parlato di un sistema economico trentino che ha risentito dei contraccolpi della pandemia, con la perdita di 17 mila posti di lavoro, dato anche peggiore della crisi del 2017: “La ripresa c’è, lo stesso settore agricolo, che non si è mai fermato, ha un fabbisogno nel nostro territorio di 20mila operai stagionali – ha detto la sindacalista – ma dobbiamo tutti cooperare affinché questa ripartenza sia equa, partecipata e sostenuta da politiche ambientali che non impattino negativamente sull’occupazione: gli oltre 5 miliardi stanziati dal Pnrr per l’agricoltura sostenibile e i 15 miliardi destinati alla tutela del territorio devono essere usati in maniera lungimirante, valorizzando il lavoro di qualità nei comparti dell’agroalimentare, della forestazione, dei consorzi di bonifica”.

Nel lavoro forestale, c’è un forte bisogno di ricambio generazionale. E qui i boschi sono particolarmente estesi, occupando il 63 per cento del territorio provinciale. Negli ultimi anni ci sono stati ricorrenti disastri ambientali che hanno fatto emergere il ruolo fondamentale del settore idraulico forestale, dove l’età media di chi lavora è di 50 anni e le nuove assunzioni non riescono a colmare il vuoto lasciato da chi è andato in pensione.

Tra i temi trattati, la contraffazione e i servizi offerti ai lavoratori e alle loro famiglie, così come la lotta a sfruttamento e lavoro nero, rilanciata dalla campagna della Fai Cisl ‘Sos Caporalato’: “Purtroppo anche nel nostro territorio abbiamo fenomeni di questo tipo, come ci segnalano diversi lavoratori e lavoratrici rivolgendosi alle nostre sedi, molti di origine straniera – ha detto la sindacalista – per cui è nostro compito continuare a denunciare ma soprattutto a fare prevenzione, realizzando progetti e accordi con le imprese e le istituzioni per garantire l’applicazione dei contratti e la messa a disposizione di alloggi e trasporti dignitosi”.

I lavori sono stati coordinati da Michele Bezzi, segretario generale della Cisl Trentino, che ha messo in evidenza il ruolo fondamentale del sindacato nel presidio territoriale e ha rilanciato l’allarme sicurezza sul lavoro: “Anche nel nostro territorio abbiamo avuto molti infortuni e incidenti mortali, ma non basta lamentare lo scarso personale da dedicare a ispezioni e controlli: bisogna investire con risorse concrete, e la politica deve assumersi la responsabilità delle proprie scelte su dove investire. Ad esempio – ha aggiunto il sindacalista – aver rinunciato ai finanziamenti europei sulla formazione linguistica degli immigrati è stato un grave errore dell’amministrazione provinciale anche in termini di ricadute sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”.

A chiudere i lavori è intervenuto il segretario generale della Fai-Cisl nazionale, Onofrio Rota. Ha parlato di “un ventennio della paura che dobbiamo lasciarci alle spalle puntando a un’economia più a misura d’uomo”. Tra i temi affrontati dal leader della Fai, quello dei cosiddetti “working poors”, persone povere nonostante abbiano un’occupazione: “Il settore primario rappresenta oltre il 15% del Pil nazionale, produce tanta e buona occupazione e caratterizza l’identità del Made in Italy, ma non mancano, anche in Trentino, fasce di lavoratori penalizzati da redditi bassi e pensioni al di sotto di quella sociale: un problema che possiamo contribuire a risolvere con la contrattazione ma anche rafforzando il ruolo degli enti bilaterali territoriali nel mercato del lavoro agricolo, perché favorendo un incontro trasparente e più efficiente tra domanda e offerta possiamo garantire, a molti più lavoratori, di raggiungere i requisiti per la disoccupazione agricola e avere minore discontinuità lavorativa”.

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