Caro luce e gas: 500 mila persone a casa dal lavoro nei primi sei mesi del 2022

Secondo l’ufficio studi della Cgia di Mestre, il caro bollette di gas e luce avrà effetti pesanti sull’occupazione: sono a rischio 500 mila posti di lavoro nei primi sei mesi del 2022. Per molte aziende sarà più economico spegnere i macchinari che tenere accesi gli impianti.

Sono a rischio diversi distretti produttivi, dove sono già emerse difficoltà: parliamo del Cartario di Lucca-Capannori, Materie plastiche di Treviso, Vicenza e Padova, Metalli di Brescia-Lumezzane, Metalmeccanico del Basso mantovano, Metalmeccanico di Lecco, Piastrelle di Sassuolo, Termomeccanica di Padova, Vetro di Murano.

Due sono i motivi dell’escalation dei prezzi: il tema dell’acquisto delle quote di emissione di CO2 (il cui prezzo è quadruplicato negli ultimi mesi e, per almeno il 40 per cento, si sta scaricando sul costo dell’energia), la fallimentare politica di approvvigionamento del gas naturale che ha mostrato molti limiti, facendo schizzare i prezzi di oltre sei volte rispetto ai primi mesi di quest’anno. Secondo la Cgia, dunque, il Governo dovrebbe agire con una misura tampone: mettere a disposizione delle imprese un miliardo al mese fino a giugno.

Secondo l’ufficio studi, in Italia sono quasi 1,8 milioni gli addetti presenti nei settori caratterizzati da un alto consumo di energia: ndustria alimentare; tessile; fabbricazione di carta e prodotti di carta; industria chimica; fabbricazione articoli di gomma e materie plastiche; fabbricazione altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi; industria metallurgica; fabbricazione di prodotti in metallo e relativi trattamenti.

Dunque, se la stima è di 500 mila lavoratori che potrebbero rimanere a casa, siamo a numeri davvero importanti: il 30 per cento di chi lavora in questi settori verrebbe tradito dall’impennata dei costi energetici.

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