Abruzzo, i sindacati contestano la Giunta regionale sul bilancio di previsione

Polemiche sul bilancio di previsione della Regione Abruzzo: a far sentire la propria voce sono dodici sigle – Agci, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop, Cgil, Cisl, Uil e Ugl – che contestano l’assenza di risorse a disposizione su attività produttive e turismo e lamentano la mancanza di convocazione da parte della Giunta per concertare e discutere della manovra e soprattutto del bilancio pluriennale 2022-2024. Insomma, non sono giornate di cielo sereno quelle della Regione, e la precarietà dovuta all’incerto andamento della pandemia non aiuta di certo. A breve questi provvedimenti avranno il passaggio in aula per l’approvazione definitiva.

I sindacati denunciano che la Regione ha compiuto un atto “con gravi lacune, nel metodo e nel merito, soprattutto se confrontato con il Governo Draghi che ha convocato preventivamente le parti sociali per esporre le scelte di bilancio. La commissione del Consiglio regionale, pochi giorni prima di Natale, ha inviato una montagna di documenti impossibili da studiare in così pochi giorni”. Oltre ai mancati fondi per turismo e attività produttive, le sigle denunciano la decurtazione di risorse per il mercato del lavoro, trasporti e i servizi sociali per i cittadini.

A preoccupare è anche l’incertezza relativa allo stato dei mutui contratti in passato per far fronte al debito sanitario, gli stessi che hanno causato le addizionali Irpef ed Irap che stanno pesando su imprese e cittadini e che probabilmente resteranno ancora in vigore, così come nulla si sa riguardo la possibilità di spalmare il debito pregresso in un arco di vent’anni. C’è poi la questione del credito su cui pesa la legge regionale per favorire l’accesso delle imprese che però resta senza copertura finanziaria.

A preoccupare i sindacati sono le spese della Regione con interventi a pioggia senza una vera programmazione delle priorità e degli interventi, fatto inaccettabile in tempi di pandemia che sta mettendo in ginocchio l’economia. Gli errori nella gestione della sanità, che vede una quota sempre maggiore di cittadini abruzzesi costretti a curarsi fuori regione, gli interventi a favore delle imprese promessi e mai attuati, il mancato confronto con le parti sociali: tutto questo esaspera le dodici sigle che, comunque, hanno annunciato che continueranno a cercare il dialogo con le istituzioni.

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