Riduzione antibiotici negli allevamenti bovini: il progetto di Araer e il DDD

Sono due i progetti nati dalla collaborazione tra Araer (Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna) e il Consorzio del Parmigiano Reggiano, con contributo scientifico dell’Università di Milano e dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna. Si tratta del servizio Araer per il supporto dell’asciutta selettiva negli allevamenti dei bovini da latte destinato alla produzione di Parmigiano Reggiano e del progetto DDD, per la definizione della dose definita giornaliera (unità standard di misura degli antimicrobici usati) in alcuni allevamenti che conferiscono direttamente al Consorzio. In entrambi i casi si parla di uso prudente dei farmaci, la lotta all’antibioticoresistenza.

Dei due progetti si è parlato nella sede del Consorzio del Parmigiano Reggiano, alla presenza di veterinari e operatori del settore, alcuni in presenza altri in collegamento internet. Come relatori hanno parlato Paolo Moroni, responsabile scientifico di entrambi i progetti e docente presso il dipartimento di Medicina Veterinaria all’Università di Milano e alla Cornell University di Ithaca, negli Stati Uniti; Patrizia Bassi dell’Izsler; Andrea Gavinelli, capo dell’Unità Benessere animale e resistenza antimicrobica della DG Sante a Bruxelles, Giovanna Trambajolo, Chiara Casadio e Anna Padovani, dell’Area sanità veterinaria e Igiene degli alimenti della Regione Emilia Romagna.

Paolo Moroni ha costruito i progetti sul Piano regionale di prevenzione e sulle nuove Linee guida sull’utilizzo prudente dell’antibiotico nell’allevamento. Progetti su cui si è lavorato da due anni fa oggi. Da gennaio, Araer potrà presentare le due iniziative ai veterinari aziendali e agli allevatori in incontri provinciali, anche per sensibilizzarli sugli obiettivi che l’Europa ha sulla riduzione del farmaco in allevamento, un obbligo dal 28 gennaio 2022.

“D’ora in avanti non si potrà che parlare di asciutta selettiva delle bovine – ha sottolineato Moroni nel suo intervento – una pratica che tutti gli allevatori dovranno adottare nel breve periodo e che nelle aziende dove sono presenti microrganismi contagiosi e/o che mostrano carenze gestionali andrà incontro a un cammino più complesso. Andranno pertanto attuate adeguate misure di igiene, buone prassi zootecniche, strategie di gestione per ridurre al minimo lo sviluppo e la diffusione delle infezioni mammarie: ma soprattutto l’imperativo della terapia di asciutta selettiva consiste nel superare il trattamento sistematico e definire quando un animale è da trattare. In questo percorso il progetto che abbiamo realizzato, e rispetto al quale Araer rivestirà un ruolo centrale per il veterinario aziendale e l’allevatore, prevede un approccio all’asciutta selettiva molto attento da un punto di vista tecnico/scientifico, il supporto delle informazioni in possesso dell’allevatore, l’utilizzo di quelle inserite negli archivi e disponibili sul gestionale Si@lleva per selezionare in modo appropriato gli animali da trattare nel rispetto delle linee guida della Regione Emilia Romagna”.

Per quel che riguarda il DDD, Paolo Moroni ha fatto sapere che l’obiettivo è registrare la situazione nelle stalle da latte che conferiscono al Consorzio del Parmigiano Reggiano, sperimentando un flusso razionale di dati relativi alle DDD da Classyfarm al Consorzio in modo da giungere a risultati statistici importanti per iniziare azioni utili a ridurre l’uso dell’antibiotico in allevamento.

“Confidiamo che al progetto aderiscano un centinaio di aziende – ha affermato il docente universitario – che condivideranno i loro dati sull’utilizzo degli antimastitici. Dopodiché, attraverso il calcolo automatico della DDD effettuato da Classyfarm, otterremo un dato standardizzato che ci permetterà di elaborare dei calcoli sul miglioramento e le relative statistiche”.

Soddisfazione hanno espresso il direttore di Araer, Claudio Bovo, e il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli: “Ci aspettano tempi di grandi innovazioni – ha detto Bovo – e non possiamo farci trovare impreparati. Questi progetti sono il frutto di un lavoro durato anni, che Araer ha creduto e fortemente voluto. Sono progetti ambiziosi che sapremo portare avanti anche grazie a una struttura come la nostra, capace di analizzare ed elaborare dati attendibili a tutto vanaggio dell’attività dei nostri associati”.

“Legittimamente oggi il consumatore non si accontenta di acquistare un alimento buono. Vuole sapere anche come viene fatto – ha concluso Nicola Bertinelli – Un’esigenza che vogliamo soddisfare senza dimenticare però che il comparto zootecnico non può essere messo sulla graticola con una certa sistematicità anche rispetto al tema dell’antibioticoresistenza, visto che il mondo del latte incide su questo versante per un modesto 2%. L’informazione è doverosa. Ma deve essere basata sulla verità. Vera e certa”.

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